Ultimo aggiornamento il 3 Febbraio 2024 by Redazione
Proteste degli agricoltori a Bruxelles durante il vertice dell’Unione Europea
Giovedì, mentre i leader dei 27 Paesi dell’Unione Europea si riunivano per discutere del quadro finanziario pluriennale, più di mille trattori hanno bloccato le strade di Bruxelles. Questa protesta degli agricoltori, che si è svolta in tutto il continente nelle ultime settimane, ha raggiunto le porte delle istituzioni europee. Nel frattempo, i capi di governo e di Stato hanno cercato di risolvere l’impasse sulla revisione del bilancio a lungo termine per il periodo 2021-2027, compreso il pacchetto di aiuti all’Ucraina da 50 miliardi di euro, sul quale l’Ungheria di Viktor Orban aveva posto il veto nell’ultimo summit di dicembre.
Come è stata superata la resistenza di Orban riguardo agli aiuti all’Ucraina
Per superare la resistenza di Orban, sono stati inseriti due punti nella bozza delle conclusioni. Il primo punto prevede che, se necessario, tra due anni il Consiglio europeo inviterà la Commissione a proporre una revisione nel contesto del prossimo quadro finanziario. Il secondo punto richiama le conclusioni del Consiglio europeo del dicembre 2020 sull’applicazione del meccanismo di condizionalità dello Stato di diritto, impegnandosi a garantire un trattamento equo degli Stati membri. Alla fine, il veto di Orban è stato superato e il Consiglio ha dato il via libera all’accordo. La premier italiana Giorgia Meloni ha rivendicato il suo ruolo di mediatore nella difficile trattativa con Budapest.
Il ruolo di Meloni nella trattativa con Orban e il caso Salis
In realtà, l’accordo era stato raggiunto già durante i colloqui della notte precedente il vertice, quando Meloni e il presidente francese Emmanuel Macron hanno incontrato Orban presso l’Hotel Amigo. Successivamente, si è tenuta una riunione ristretta tra i tre leader, il cancelliere tedesco Olaf Scholz, il presidente del Consiglio europeo Charles Michel e la presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen. Alla fine, Meloni ha dichiarato di aver lavorato duramente per trovare una soluzione a 27 e si è detta soddisfatta dell’accordo raggiunto. Tuttavia, sul tavolo dei colloqui tra Meloni e Orban è pesata la vicenda di Ilaria Salis, un’italiana incarcerata in Ungheria con l’accusa di aver aggredito due estremisti di destra.
Le immagini di Salis in catene davanti ai giudici hanno suscitato l’indignazione in Italia. Meloni ha chiesto a Orban di garantire il rispetto dei diritti della detenuta e ha ottenuto una rassicurazione su questo punto. Tuttavia, Orban ha chiarito che il sistema giudiziario ungherese è indipendente dal governo e che può solo esercitare un’influenza affinché Salis abbia un trattamento equo. Meloni auspica un giusto e veloce processo per Salis e si è detta colpita dal fatto che l’udienza sia stata rinviata a maggio.
Risorse per la gestione dei flussi migratori e incontro con la Coldiretti
Meloni ha accolto positivamente lo stanziamento di 8 miliardi di euro da parte del Consiglio europeo per la gestione dei flussi migratori. Ha sottolineato che queste risorse serviranno a affrontare il tema della migrazione in termini di sicurezza e sviluppo. La premier ha anche incontrato il presidente della Coldiretti Ettore Prandini per discutere delle ragioni della manifestazione degli agricoltori italiani a Bruxelles. Meloni ha ribadito la necessità di un cambiamento nella politica europea, affermando che la transizione ecologica non deve essere ideologica e che la sostenibilità ambientale non deve essere scambiata con quella economica e sociale.