Contesa per il tesoro artistico di Gianni Agnelli: 13 opere al centro di un’indagine tra Torino e Milano

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Contesa per il tesoro artistico di Gianni Agnelli: 13 opere al centro di un'indagine tra Torino e Milano - Occhioche.it

Ultimo aggiornamento il 3 Giugno 2024 by Giordana Bellante

Una disputa familiare su un prezioso lascito artistico si trasforma in un’indagine giudiziaria che coinvolge due città italiane e un gallerista svizzero. Al centro della contesa, 13 opere d’arte di grande valore, un tempo esposte nelle residenze di Villa Frescot e Villar Perosa a Torino e in un’abitazione romana, che appartenevano a Gianni Agnelli e che ora sono reclamate dalla figlia Margherita.

Le opere d’arte contese e il ruolo della Guardia di Finanza

_Dopo la morte della madre e moglie dell’Avvocato, Marella Caracciolo di Castagneto, che ne aveva l’usufrutto, Margherita Agnelli si è ritrovata unica erede dei beni immobili e ha iniziato a reclamare le 13 opere d’arte, tra cui tele di Monet, Picasso, Balla e De Chirico. Tuttavia, secondo quanto emerso da una relazione depositata alla Procura di Milano dal Nucleo di Polizia Economico Finanziaria della Guardia di Finanza, le opere sarebbero state donate dalla nonna ai nipoti Elkann.*

‘indagine, che ha portato il gip Lidia Castellucci ad archiviare la posizione di un gallerista svizzero e di un suo collaboratore accusati di ricettazione, ha visto la Guardia di Finanza impegnata in una serie di accertamenti per fare luce sulla vicenda. Le testimonianze di Paola Montalto e Tiziana Russi, persone di fiducia di Marella Caracciolo, hanno permesso di ricostruire la collocazione originaria delle opere d’arte e di confermare che queste erano state donate ai tre nipoti John, Lapo e Ginevra dalla nonna.

Il ritrovamento delle opere e le verifiche sulle movimentazioni

_Quasi tutte le opere d’arte sono state rintracciate al Lingotto durante un’ispezione della Guardia di Finanza, delegata dalla Procura torinese nell’indagine principale sull’eredità. Una di esse si troverebbe in una casa a St. Moritz e una sua copia nella pinacoteca di via Nizza.*

Le verifiche effettuate su una serie di banche dati competenti, tra cui quelle del Ministero della Cultura e la piattaforma S.u.e. , hanno permesso di appurare che non ci sono state movimentazioni illecite né esistono particolari vincoli sui quadri. Inoltre, un sospetto circa l’autenticità di un’opera di Monet è stato fugato da una perizia che ne ha confermato la genuinità.

La questione della proprietà e il ruolo della magistratura

_Fonti vicine a Margherita Agnelli sostengono che “i quadri oggetto di denuncia nel procedimento di Milano non possono essere stati donati, in quanto Marella non ne aveva la proprietà. Peraltro, non risulta ad oggi formalizzato alcun documento di donazione”. Qualora le indiscrezioni fossero confermate, “vi sarebbero atti invalidi e verrebbe richiesta l’immediata restituzione delle opere che sono e restano di proprietà di Margherita Agnelli”.*

La questione della proprietà delle 13 opere d’arte sarà sciolta solamente dalla magistratura, che coordinerà le indagini tra le Procure di Milano e Torino, alle quali non si esclude potrebbero essere trasmessi gli atti per competenza. Un intrigo familiare e artistico che si dipana tra le residenze dei potenti e le aule dei tribunali, coinvolgendo un patrimonio culturale di inestimabile valore.

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