L’ispettorato generale del ministero della Giustizia ha avviato il monitoraggio su 13 Procure della Repubblica per valutare le modalità di comunicazione riguardanti i procedimenti penali in corso. Le Procure coinvolte sono Avellino, Brescia, Cagliari, Ferrara, Catanzaro, Frosinone, Livorno, Rimini, Rovigo, Tempio Pausania, Vercelli, Latina e Torino. Questa iniziativa è stata annunciata dal sottosegretario alla Giustizia, Andrea Delmastro Delle Vedove, in risposta a un’interrogazione del deputato di Azione Enrico Costa.
Il monitoraggio è finalizzato a garantire la presunzione d’innocenza e a evitare la spettacolarizzazione mediatica dei procedimenti penali, che può influenzare negativamente la percezione dei cittadini sulla giustizia. Inoltre, si intende rivedere la disciplina degli atti istruttori, con particolare attenzione alle intercettazioni, al fine di rafforzare la privacy delle persone estranee all’indagine.
Il sottosegretario Delmastro ha sottolineato che si amplia l’obbligo di vigilanza del Pubblico Ministero anche sui brogliacci e si stabilisce il dovere del giudice di stralciare le informazioni relative ai terzi coinvolti, vietando la divulgazione dei loro dati. Inoltre, è stato previsto il divieto di pubblicazione integrale o parziale del testo dell’ordinanza di custodia cautelare. Tuttavia, è importante trovare un equilibrio tra il diritto di difesa e il diritto di essere informati.
Il governo ha adottato diverse misure per evitare la divulgazione di notizie che potrebbero danneggiare le persone coinvolte nelle indagini penali, ma non ancora condannate con sentenza definitiva. Tra queste misure, vi è il decreto del 2021 per il rafforzamento del diritto alla difesa, che prevede che il Pubblico Ministero possa comunicare con la stampa solo attraverso comunicati o conferenze stampa. È vietato ai magistrati fornire informazioni al di fuori di questi canali o dare denominazioni ai procedimenti che ledano il principio della presunzione d’innocenza. In caso di violazione, sono previste conseguenze disciplinari.
Il sottosegretario Delmastro ha sottolineato che il termine “‘Banda Bassotti'”, utilizzato come esempio di denominazione di un procedimento che non rispetta il principio della presunzione d’innocenza, non rientra nel diritto di cronaca, ma contribuisce alla spettacolarizzazione. Pertanto, è necessario evitare l’utilizzo di denominazioni che possano pregiudicare la presunzione d’innocenza degli indagati.
Il ministero della Giustizia intende estendere il monitoraggio già in corso sulle conferenze stampa e i comunicati delle Procure anche alle denominazioni dei procedimenti. Attualmente, l’ispettorato generale sta monitorando le Procure di Avellino, Brescia, Cagliari, Catanzaro, Ferrara, Frosinone, Latina, Livorno, Rimini, Rovigo, Tempio Pausania, Torino e Vercelli. Tuttavia, non sono ancora disponibili informazioni sulle denominazioni utilizzate nelle inchieste, poiché nessuno ha ancora richiesto tali dati. Il ministero si impegna a valutare anche questo aspetto al fine di garantire la tutela della presunzione d’innocenza degli indagati.
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