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Cooperativa sequestrata per sfruttamento migranti irregolari

Sequestrata cooperativa a Vigonza per sfruttamento di migranti irregolari

La squadra Mobile di Padova ha effettuato un sequestro su una cooperativa di Vigonza, accusata di sfruttamento di migranti irregolari. L’indagine ha portato all’incriminazione di un 48enne padovano, ex presidente della cooperativa, per violazione delle norme sull’immigrazione, caporalato ed estorsione.

Lavoro non retribuito e condizioni di vita precarie

La cooperativa, nonostante non partecipasse alle gare di appalto per l’accoglienza dei migranti, impiegava gli stranieri senza pagare loro un salario e li faceva vivere in condizioni di vita fatiscenti. In totale, 19 migranti irregolari, in attesa del rilascio del permesso di soggiorno, sono stati sfruttati da questa organizzazione. Successivamente, sono stati assegnati a una seconda cooperativa con sede nello stesso stabile-capannone.

Patto formativo di lavoro volontario e paura di perdere l’ospitalità

Il presidente della cooperativa avrebbe fatto firmare ai migranti un “patto formativo di lavoro volontario”. In caso contrario, avrebbero perso l’ospitalità e la possibilità di regolarizzare la loro situazione. L’indagine è partita dalla perquisizione di un cittadino tunisino, espulso nel 2019, che era stato assunto dalla cooperativa. Quest’ultima aveva anche una sede operativa nel carcere di Rovigo e un’altra a Pianiga (Ve).

L’indagine ha rivelato che il presidente della cooperativa aveva “assunto” numerosi stranieri, solo alcuni dei quali regolari. Inoltre, è emerso che la seconda cooperativa gestiva formalmente il Centro di Accoglienza Straordinaria (CAS), ma 16 ospiti erano impiegati illegalmente dall’altra società sotto inchiesta. Gli stranieri, nonostante non conoscessero l’italiano, avevano firmato accordi per un “patto formativo di inclusione sociale” come “volontari”. Le vittime non si erano opposte per paura di perdere l’ospitalità e il pocket money garantito dalla Prefettura. Sorprendentemente, il presidente della cooperativa indagata gestiva i fondi erogati dalla Prefettura, nonostante l’accoglienza fosse formalmente fornita dalla seconda società.

Questo sequestro dimostra ancora una volta l’importanza di combattere lo sfruttamento dei migranti e garantire loro condizioni di lavoro dignitose. Le autorità competenti stanno lavorando per assicurare giustizia e protezione a coloro che sono stati vittime di questa organizzazione criminale.

Redazione

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