Le previsioni per le cooperative italiane sono caratterizzate da un’incertezza diffusa. Nonostante il 68% delle cooperative si aspetti una domanda stabile, le previsioni di aumento sono in calo, passando dal 26% al 17%. Questo aumento è concentrato principalmente nei settori abitativo (40,0%), dell’industria delle costruzioni (25,0%) e delle attività culturali (23,1%). A livello territoriale, le previsioni di aumento sono più alte nel Sud (23,3%). Anche per l’occupazione si osservano dinamiche simili. Se la stabilità è il dato predominante (73%), le prospettive di aumento sono in calo rispetto alla rilevazione precedente (luglio 2023), passando dal 6% al 4%.
I settori in cui è previsto un aumento dell’occupazione sono l’industria delle costruzioni (33,3%) e la cooperazione sociale (20,7%). Anche nel Sud si registra una percentuale superiore alla media, pari al 19,6%.
La propensione agli investimenti rimane positiva, con il 57,2% delle cooperative che prevede stabilità e il 26% che prevede un aumento degli investimenti. Solo il 16% ha pianificato una riduzione, risultando in un saldo positivo di 11 punti. In generale, il 37% delle cooperative prevede un consolidamento delle attività, il 31% una situazione di stabilità, il 10% un’espansione delle attività e l’8% la realizzazione di alleanze strategiche. Tra i principali problemi che influenzano l’attività delle cooperative, la mancanza di manodopera è al primo posto (41%), seguita dall’aumento dei costi delle materie prime e dei materiali (31%). Al 26% si trovano l’aumento dei costi energetici, l’aumento dei tassi di interesse e la liquidità a breve termine.
L’export rappresenta un fattore chiave per la crescita delle cooperative. La quota di cooperative che hanno riscontrato fattori negativi che influenzano l’export è aumentata del 20%, raggiungendo il 35%. Tra questi fattori, il 68% indica costi e prezzi più elevati, mentre il 53% cita l’instabilità geopolitica internazionale. Infine, ci sono difficoltà nel settore del credito. Le cooperative che hanno richiesto finanziamenti negli ultimi 4 mesi del 2023 (31%) continuano a segnalare un aumento dei tassi di interesse (77%), richieste di condizioni aggiuntive da parte delle banche (30%), tempi di concessione più lunghi (28%) e maggiori garanzie richieste (26%).
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