Cresce il mercato dell'usato in Italia: oltre sei miliardi di euro nel 2023 grazie a risparmio e sostenibilità - Occhioche.it
L’interesse crescente degli italiani verso l’acquisto di capi di abbigliamento, accessori e calzature usati ha ampliato notevolmente il mercato del second hand. Secondo un recente sondaggio condotto da Ipsos per Confesercenti, oltre il 50% degli intervistati ha optato, nell’ultimo anno, per articoli di seconda mano. Questa trasformazione del mercato non solo segna un cambio di paradigma, ma riflette un’attenzione maggiore verso la sostenibilità e il risparmio. Un fenomeno che ha dato vita a un settore che oggi vale più di 6 miliardi di euro.
Negli ultimi dodici mesi, il 56% degli italiani ha scelto piattaforme online per l’acquisto di articoli di moda di seconda mano. Un modo che dimostra quanto l’idoneità delle nuove tecnologie e la comodità della rete abbiano influito sulle abitudini di acquisto. Tra i giovani tra i 18 e i 34 anni, le percentuali di utilizzo di queste piattaforme sono particolarmente elevate, con il 19% che accede frequentemente a questi servizi.
Accanto al boom del commercio online, si registra un crescente interesse anche per i negozi fisici e i mercati ambulanti. Il 51% dei consumatori ha affermato di acquistare regolarmente in questi spazi, con una certa rilevanza nel comportamento d’acquisto che diversifica le esperienze. Questa composizione delle preferenze di acquisto, sia online che offline, suggerisce una fusione tra il tradizionale e il moderno nel panorama retail, adatta a soddisfare una gamma più ampia di clienti.
La scelta di riparare invece di comprare è diventata più che una necessità. Il 34% degli intervistati ha affermato di aver portato a riparare i propri capi di abbigliamento anziché acquistarne di nuovi. Questo comportamento, in crescita nel tempo, evidenzia un cambiamento culturale verso la valorizzazione degli oggetti già esistenti. Una pratica sostenuta in particolare dal riemergere delle sartorie, che hanno registrato un aumento del 4% nel loro numero, trainato in gran parte da imprenditori stranieri.
Parallelamente, un pubblico sempre più consapevole cerca attivamente prodotti realizzati con materiali riciclati. Il 24% ha dichiarato di aver acquistato articoli di questo tipo con frequenza, mentre il 55% lo ha fatto almeno qualche volta nel recente passato. Questa attenzione alla sostenibilità si traduce nella ricerca di un modo di consumare più responsabile, caratterizzato da una domanda crescente di trasparenza e origine dei materiali.
In questo contesto di crescita per il settore dell’usato, si contrappongono i risultati del mercato della moda tradizionale. Nel corso delle recenti vendite estive, il 61,9% delle piccole imprese nel settore moda ha riportato un calo delle vendite rispetto all’anno precedente. Solo il 10,2% ha registrato un incremento, dimostrando che, nonostante l’impulso per l’usato, la moda classica sta affrontando sfide significative.
Secondo il Vicepresidente di Confesercenti, Nico Gronchi, i giovani continuano a cercare prodotti griffati anche nel mercato dell’usato, ma si osserva anche un significativo cambiamento. La spesa delle famiglie italiane destinata alla moda è scesa drasticamente dal 13,6% del 1992 al 5,2% nel 2023, evidenziando un passaggio nelle preferenze di consumo. Questa inedita tendenza sta ristrutturando il panorama, con potenziali implicazioni per l’intera filiera.
Con l’espansione del mercato dell’usato, emerge la necessità di garantire pratiche corrette, soprattutto online. L’afflusso di articoli venduti con il cartellino solleva interrogativi su potenziali irregolarità, nella mancanza di regole e controlli adeguati. È necessario delineare un quadro normativo chiaro che tuteli i consumatori e promuova le buone pratiche nel settore.
Investire in spazi dedicati a prodotti usati certificati e articoli realizzati con materiali riciclati si presenta come un’opportunità strategica per il futuro. La promozione di acquisti ecosostenibili nelle vendite fisiche potrebbe risultare non solo vantaggiosa per il consumatore, ma anche per l’intero settore moda. La combinazione di sostenibilità e digitalizzazione rappresenta un’opportunità di sviluppo significativo che potrebbe influenzare positivamente le abitudini di acquisto nei prossimi anni.
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