Cresce l’attività trapiantologica del Polo ospedaliero interaziendale trapianti a Roma: 14 nuovi interventi in agosto

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Cresce l'attività trapiantologica del Polo ospedaliero interaziendale trapianti a Roma: 14 nuovi interventi in agosto - Occhioche.it

Ultimo aggiornamento il 7 Settembre 2024 by Redazione

Il Polo ospedaliero interaziendale trapianti del San Camillo e dell’INMI Spallanzani ha registrato un importante successo nella sua attività trapiantologica, realizzando 14 trapianti di fegato nel mese di agosto. Questo risultato non solo segna un traguardo significativo per la struttura romana, ma evidenzia anche un trend in costante crescita con un totale di 65 trapianti dall’inizio del 2024. Grazie all’impegno della squadra multidisciplinare, il POIT si conferma un punto di riferimento essenziale per il Lazio e il centro-sud Italia.

Il polo ospedaliero interaziendale trapianti: un’eccellenza in crescita

Un successo frutto di sinergia

Il Polo ospedaliero interaziendale trapianti – noto come POIT – è il risultato di una collaborazione tra l’Azienda San Camillo-Forlanini e l’Istituto Nazionale per le Malattie Infettive Spallanzani. Con 65 trapianti effettuati nei primi otto mesi del 2024, questo polo ha già superato il record dell’anno precedente, nel quale il Lazio toccò il picco storico di 80 trapianti di fegato. La crescente attività del POIT non solo rappresenta un orgoglio locale, ma ha un impatto ben più ampio, con circa il 40% dei pazienti provenienti da regioni limitrofe come Basilicata, Campania, Calabria e Abruzzo, sottolineando l’importanza della struttura anche per la salute del centro-sud Italia.

La collaborazione tra le due realtà sanitarie ha portato a un’evoluzione significativa nella gestione dei trapianti, con approcci innovativi che hanno reso il POIT un avanguardistico centro di riferimento. Questa sinergia ha permesso l’implementazione di nuove tecniche e procedure, permettendo di allargare le indicazioni per trapianti di fegato anche a pazienti con complessità maggiori, come quelli affetti da insufficienza epatica terminale collegata a patologie oncologiche precedenti.

Un passo pioneristico in transplant oncology

L’innovazione del Polo ospedaliero interaziendale trapianti è evidente nel suo approccio alla “transplant oncology“. Questo concetto, che unisce oncologia e trapianti per pazienti con gravissime complicazioni epatiche, ha visto il suo esordio in Italia proprio presso il POIT. Risale a cinque anni fa il primo trapianto di fegato su una paziente affetta da insufficienza epatica terminale a causa di trattamenti per il cancro al seno, un evento che ha segnato una svolta nel settore trapiantologico nazionale.

Il continuo impegno nella ricerca e nell’applicazione di pratiche all’avanguardia ha permesso al POIT di diventare un leader nel campo dei trapianti, concentrandosi non solo sull’assistenza immediata dei pazienti ma anche sull’espansione delle indicazioni chirurgiche. L’innovazione si traduce in vite salvate, offrendo a pazienti con complessità ormonali e oncologiche reali possibilità di sopravvivenza.

Le attività e il personale: un’alleanza fondamentale

Un team multidisciplinare al servizio della salute

Il significativo incremento nel numero di trapianti effettuati è il risultato del lavoro di un team multidisciplinare dedicato. Al centro delle attività vi sono le unità operative di Epatologia e Rianimazione, dirette rispettivamente dal dottor Adriano Pellicelli e dal professor Luigi Tritapepe, che collaborano a stretto contatto con i rispettivi team di anestesisti guidati dalla dottoressa Micaela Maritti. Questa rete di esperti, che comprende medici, infermieri e coordinatori di sala, garantisce un’assistenza di qualità sin dal momento dell’ammissione del paziente fino alla sua totale riabilitazione post-operatoria.

L’efficacia di questo approccio si riflette nei risultati ottenuti: ogni trapianto non è solo una questione chirurgica, ma implica un intero percorso assistenziale che necessita competenza, organizzazione e una comunicazione efficiente tra i vari reparti. La gestione delle liste di attesa e la selezione dei donatori vengono coordinate dal Centro Regionale Trapianti, situato all’interno del San Camillo e diretto dal Dott. Mariano Feccia, il quale lavora incessantemente per garantire che ogni paziente riceva l’attenzione e le cure necessarie.

L’impegno della Regione Lazio

La Regione Lazio mostra un forte interesse per l’ottimizzazione dei servizi sanitari offerti. Francesco Rocca, presidente della Regione, ha espresso il suo apprezzamento per i risultati ottenuti dal POIT, sottolineando l’importanza delle donazioni e del supporto alla cultura della donazione di organi. Rocca ha commentato l’importanza di mantenere alta l’attenzione su questo tema, consapevoli che ogni trapianto rappresenta una vita salvata e una nuova speranza per i cittadini in attesa di un organo.

Angelo Aliquò, direttore generale dell’Azienda Ospedaliera San Camillo-Forlanini, ha evidenziato come la capacità organizzativa della struttura ha permesso di affrontare le sfide logistiche legate ai trapianti. Ogni intervento richiede una pianificazione precisa e l’impiego di risorse competitive, e ciò è stato reso possibile grazie a un impegno collettivo che coinvolge l’intera Regione.

Prospettive future: l’evoluzione del polo e la cultura della donazione

La continua espansione delle indicazioni trapiantologiche

Il professor Giuseppe Maria Ettorre, direttore del POIT, ha evidenziato come l’evoluzione delle indicazioni oncologiche ha ampliato notevolmente il numero di pazienti candidabili a trapianto di fegato negli ultimi anni. Sono già stati effettuati tre trapianti per pazienti affetti da metastasi epatiche, sottolineando come il POIT stia attivamente lavorando per offrire soluzioni a condizioni che, in passato, erano considerate non trattabili.

Questa crescita non si limita alla quantità; si traduce anche in una qualità delle cure. Il POIT continua a innovare e ad adattare le proprie pratiche alle esigenze mutevoli dei pazienti, implementando tecniche sempre più sofisticate nella gestione pre e post-operatoria.

La cultura della donazione: un fattore chiave per il futuro

L’importanza della cultura della donazione di organi non può essere sottovalutata. La lotta contro la carenza di organi richiede un impegno collettivo e un’informazione adeguata riguardo il tema della donazione. Le azioni intraprese dal POIT mirano a sensibilizzare l’opinione pubblica sull’importanza di questa pratica, poiché un gesto così semplice può offrire una nuova vita a molte persone in attesa.

In sintesi, il Polo ospedaliero interaziendale trapianti continua a dimostrarsi un modello di eccellenza nel settore sanitario, con risultati straordinari che testimoniano non solo la professionalità degli operatori, ma anche un sistema che crede profondamente nella solidarietà e nella condivisione della vita.

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