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Crescita delle scomparse e arresti in Venezuela: la comunità italiana vive nella paura

La situazione in VENEZUELA sta diventando sempre più critica, specialmente per la comunità di italiani che vive nel Paese. Le operazioni di repressione condotte dal regime di NICOLAS MADURO, note come “operazione toc toc”, mirano a silenziare gli oppositori, creando un clima di terrore non solo tra i locali, ma anche tra i nostri connazionali. Negli ultimi mesi, sono stati registrati numerosi casi di persone scomparse e arrestate, suscitando preoccupazione tra le autorità italiane e le famiglie coinvolte.

L’aumento delle persone scomparse

La situazione attuale

Negli ultimi tempi, le autorità italiane hanno segnalato un aumento preoccupante delle persone scomparse in VENEZUELA, in particolare tra chi si oppone al regime. Questo fenomeno è aggravato dall’assenza di un sistema efficace per monitorare e tutelare i diritti dei cittadini, rendendo difficile per le famiglie ricevere notizie sui loro cari. Andrea Di Giuseppe, deputato di Fratelli d’Italia, ha evidenziato come i rastrellamenti siano in aumento e abbia sollecitato le ambasciate a offrire asilo a chiunque ne avesse bisogno.

Le testimonianze di connazionali ritraggono un clima di paura, in cui le persone si nascondono per evitare l’arresto. Molti rimangono in contatto con i familiari attraverso strategie di comunicazione sicure e riservate, temendo che ogni parola possa risultare incriminante. La comunità, storicamente attiva e presente in VENEZUELA, si trova ora ad affrontare una crisi senza precedenti. Per molti, la vita quotidiana ha assunto un carattere di clandestinità.

Caso di Antonio Calvino

Un caso emblematico è quello di Antonio Calvino, un oppositore di 46 anni di origini siracusane, scomparso dal 9 agosto. Calvino era già noto alle autorità venezuelane, avendo subito un arresto tre anni fa durante un’incursione presso il consolato italiano a CARACAS, con l’accusa di “incitamento all’odio”. La pressione internazionale aveva portato alla sua liberazione l’anno scorso, ma oggi la sua sorte è nuovamente in discussione.

Il Comites degli italiani in VENEZUELA ha informato le autorità italiane della situazione, esprimendo preoccupazione per il benessere di Calvino e per la paura di ritorsioni nei confronti di chi cerca di indagare. La famiglia di Calvino, nel frattempo, è in preda all’ansia e all’incertezza, mentre molti italiani si trovano in una posizione precaria, cercando di evitare di diventare il prossimo bersaglio del regime.

Arresti di dissidenti e la situazione di Rita Capriti

Caso di Rita Capriti

Un altro caso significativo è quello di Rita Capriti, attivista del partito di opposizione ‘Primero Justicia’, prelevata dalle autorità locali all’inizio di agosto e attualmente detenuta nella prigione di Caña de Azucar, a Maracay. Le accuse contro di lei includono incitamento all’odio, terrorismo e resistenza a pubblico ufficiale. Le informazioni disponibili sulla sua detenzione non sono rassicuranti: nonostante le affermazioni del commissario Josè Dellacroiz riguardanti le buone condizioni di salute di Capriti, non è stata concessa la visita alla vice console onoraria.

Le reazioni e l’intervento del governo italiano

La deputata regionale Bernardette Grasso ha manifestato profonda preoccupazione per la situazione di Capriti. Il ministero degli Esteri italiano sta monitorando il caso già dalla sua fase iniziale, nell’intento di garantire la sicurezza e i diritti della cittadina italiana. Anche i familiari di Capriti, tra cui il fratello Tony, vivono un momento di grande angoscia, sperando in una risoluzione positiva della situazione. La detenzione di Rita Capriti non è solo un caso isolato ma rappresenta un sintomo dell’instabilità e della repressione sistematica di chi si oppone al regime di Maduro.

In questo contesto, la comunità italiana continua a esprimere solidarietà e a richiedere l’intervento urgente delle autorità per garantire la sicurezza dei propri concittadini in VENEZUELA. La situazione richiede attenzione e una risposta coordinata dalle istituzioni italiane, mentre i timori per una recrudescenza della violenza politica nel Paese aumentano.

La crescente paura e l’incertezza tra gli italiani in VENEZUELA evidenziano la necessità di monitorare costantemente la situazione, mentre i legami con la patria diventano sempre più cruciali per la salvaguardia dei diritti e della dignità dei connazionali in condizioni di vulnerabilità.

Luisa Pizzardi

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