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Crisi nel settore automotive: il grido d’allerta di Unindustria Cassino sul futuro dell’industria

Il presidente di Unindustria Cassino, Francesco Borgomeo, ha lanciato un appello preoccupato circa le sorti del settore automotive in una recente intervista a Il Messaggero. A seguito di una contrazione del mercato e della conseguente riduzione del lavoro, emerge la necessità urgente di trovare soluzioni concrete per evitare la chiusura di numerose aziende, in particolare quelle piccole e medie. La situazione richiede un’analisi approfondita e misure immediate di intervento.

La situazione attuale dell’automotive

Effetti della contrazione del mercato

La filiera dell’automotive sta vivendo un periodo di profonda crisi, aggravato dalla stagnazione del mercato. Secondo Borgomeo, “non c’è solo Stellantis che è importantissima,” riconoscendo però il ruolo chiave delle aziende della filiera, che sono spesso fornitrici di importanti gruppi automobilistici. La situazione di mercato attuale porta a una reazione a catena: l’impatto non si limita ai grandi colossi, ma colpisce in modo diretto anche le piccole e medie imprese, costrette a fronteggiare il calo della domanda.

La preoccupazione di Borgomeo esprime una realtà complessa, molti imprenditori si trovano in bilico tra la necessità di rimanere sul mercato e il rischio di chiusura. La mancanza di alternative viabilistiche potrebbe portare a un deterioramento ulteriore delle condizioni di lavoro e occupazionali, accentuando il già grave stato di crisi.

Le politiche dell’Unione Europea

Borgomeo rileva un’ulteriore fonte di preoccupazione: le scelte politiche dell’Unione Europea, in particolare quelle che bloccano l’installazione di motori endotermici dal 2035. Queste decisioni, secondo il presidente di Unindustria, si basano su una “scelta ideologica” che non tiene conto delle reali necessità del settore automotive e delle sue filiere. La decisione di abbandonare i motori a combustione interna in favore di alternative elettriche sta portando a una pesante ricaduta sulla filiera.

Queste politiche potrebbero trascinare l’industria dell’automotive in una situazione senza precedenti, tanto che Borgomeo invita a sfruttare opportunità di riconversione per poter navigare in un contesto in continua evoluzione. La necessità di avviare una riflessione costruttiva è dunque vitale per garantire la sostenibilità dei posti di lavoro e il futuro del settore.

Prospettive future per le aziende

Necessità di intervento per preservare l’occupazione

Unindustria sta facendo pressioni affinché si attuino interventi in materia di cassa integrazione. Questo passo è cruciale per garantire un sostegno ai lavoratori messi in difficoltà dalla crisi. La richiesta di una “zona economica speciale,” non territoriale, ma specifica per la filiera dell’automotive, assume una centralità fondamentale per affrontare questa sfida.

Inoltre, Borgomeo sottolinea come l’industria italiana si trovi in difficoltà: “Un Paese che quest’anno farà 300.000 vetture rispetto ai 2 milioni prodotte in passato non ha capienza per la filiera.” Questa diminuzione drastica della produzione richiede interventi strategici diretti a favorire la riconversione industriale su altri settori, poiché il recente passato non è più sostenibile.

Un appello alla cooperazione

Borgomeo ha esortato anche i sindacati a evitare una “guerra tra poveri,” sottolineando l’importanza di fare squadra in un momento di crisi. La collaborazione tra parti sociali, imprenditori e istituzioni è indispensabile per affrontare le sfide provenienti sia dal mercato che dalle politiche europee.

La difficoltà delle aziende non è dovuta a scelte di delocalizzazione, ma alla volontà di eliminare settori interi, evidenzia il presidente di Unindustria. La richiesta di aiuto da parte delle aziende è forte e si accompagna alla voglia di riorientarsi verso nuove opportunità.

Innovazione e riconversione: verso un futuro sostenibile

Center di ricerca e sviluppo industriale

Unindustria ha presentato una serie di proposte per stimolare l’innovazione e la diversificazione delle produzioni. La proposta di un “centro di ricerca,” fondamentale per testare e sviluppare sistemi e tecnologie innovative, è tra le misure più importanti. Questo potrebbe consentire una transizione meno traumatica, puntando su settori emergenti come l’aerospazio, l’industria della difesa e l’edilizia.

Collaborazione con il mondo accademico

Un’ulteriore spinta all’innovazione può arrivare dalla sinergia con il mondo universitario. Borgomeo rimarca che grazie a questa collaborazione è stata possibile l’introduzione della produzione di batterie con Fincantieri, segno tangibile che l’expertise nell’automotive può effettivamente diversificarsi e adattarsi a nuove tecnologie.

Le sfide rimangono alte, ma un approccio proattivo e collaborativo può offrire opportunità per rimanere competitivi non solo nel settore tradizionale, ma anche in nuovi ambiti, trasformando la crisi in un’opportunità di crescita e sviluppo.

Questa serie di fattori, se correttamente affrontata, può rappresentare una bussola per rifocalizzare il settore automotive, garantendo la salvaguardia del lavoro e delle competenze accumulate nel tempo. La necessità di adattamento è cruciale e i soggetti coinvolti dovranno collaborare per trovare vie di uscita dalla crisi attuale.

Redazione

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