Ultimo aggiornamento il 10 Settembre 2024 by Redazione
Nella provincia di Reggio Calabria, un pensionato vive una situazione di profonda difficoltà nella lotta quotidiana per garantire assistenza a sua figlia. La storia di Domenico Luccisano di Gioia Tauro mette in luce le problematiche inerenti il sistema sanitario locale, evidenziando il dramma che molte famiglie devono affrontare. Con la figlia, Rita Erika, costretta su una sedia a rotelle e afflitta da gravi problemi di salute, Luccisano denuncia le carenze nell’assistenza che può ricevere.
La lotta di un padre per la salute della figlia
Le sofferenze quotidiane di Rita Erika
Rita Erika ha 35 anni e, da sempre, vive su una sedia a rotelle a causa della sua condizione. Negli ultimi mesi, ha sviluppato una gravissima piaga da decubito che sta compromettendo la sua salute. Domenico racconta che questa ferita ha iniziato a espandersi, causando non solo un intenso dolore fisico, ma anche un apprezzabile rischio di infezione. La situazione è critica, poiché un’infezione potrebbe portare a complicazioni ben più gravi, persino alla setticemia.
Luccisano si preoccupa costantemente per le condizioni di sua figlia. Racconta di soprattuto di come il suo stato di salute sia una fonte di ansia continua. “Le sofferenze fisiche di mia figlia sono insostenibili”, afferma, descrivendo la combinazione di dolore e paura che accompagna ogni giorno.
Difficoltà nell’accesso alle cure
Le necessità sanitarie di Rita Erika richiedono apparecchiature e medicinali particolari, che secondo il protocollo devono essere fornite da un operatore sanitario dell’Azienda Sanitaria Provinciale. Questo processo richiede una serie di approvazioni che costringono Luccisano a viaggiare tra Palmi e Taurianova per ottenere ciò di cui la figlia ha bisogno. Tuttavia, questi spostamenti non garantiscono l’efficienza del servizio.
“Sono costretto a città diverse solo per ricevere materiali che dovrebbero essere disponibili nella mia stessa comunità,” spiega Domenico, rendendo evidente la frustrazione per un sistema che usa risorse già limitate in modo inefficace. Le lunghe attese e il frequente smarrimento di forniture alimentano la sua rabbia e l’inquietudine, costringendolo a coprire lui stesso le spese per assicurare a sua figlia la cura necessaria.
L’inefficienza del servizio di assistenza
La situazione critica del servizio domiciliare integrato
Il servizio di Assistenza Domiciliare Integrata , che dovrebbe supportare le famiglie in situazioni difficili come quella di Luccisano, gestisce le richieste di 33 diversi comuni nella Piana di Gioia Tauro. Questo sovraffollamento rende ancora più complesso un sistema già fragile, con codice etico e diritti basilari disattesi.
Le lunghe fila per ricevere assistenza testimoniano una mancanza di organizzazione e risorse che colpisce le famiglie più vulnerabili. “A volte ci si mette giorni per ricevere un appuntamento,” dice Luccisano, sottolineando come l’inefficienza del servizio si traduca in gravi conseguenze per i pazienti e le loro famiglie.
Una protesta necessaria
Frustrazione e indignazione hanno spinto Domenico a prendere una posizione pubblica. “Ho deciso di non stare in silenzio,” afferma, evidenziando il suo bisogno di far conoscere una situazione che colpisce molte altre famiglie in condizioni simili. Riconoscendo che non si può sempre contare sul consenso o sulla rassegnazione comune, Luccisano ha creato un’improvvisata campagna per richiedere un miglioramento della qualità e dell’accessibilità del servizio sanitario.
La sua esperienza è un richiamo alla responsabilità delle istituzioni nel garantire cure adeguate, evidenziando non solo la sua situazione personale, ma ponendo sotto i riflettori un problema sistemico che richiede una seria attenzione. “Sono stufo di vivere in una situazione che sembra appartenere a un’altra era,” conclude, con la determinazione di portare avanti la sua battaglia per la dignità e il benessere di sua figlia.
Prosegue così la sua odissea nel tentativo di ottenere una giustizia sanitaria che dovrebbe essere un diritto per tutti.