Il gup di Milano Luca Milani ha emesso una sentenza frastornante che rivela l’efferatezza di certi comportamenti materni. La protagonista di questa storia, una giovane donna di 28 anni, è stata condannata a 4 anni di reclusione per maltrattamenti aggravati e lesioni inflitte alla sua figlia di appena 17 mesi. Le immagini videoregistrate hanno svelato il lato oscuro di una madre che lasciava segni sulla pelle della bambina, causando non solo lesioni visibili ma anche profonde ferite nell’abilità della piccola di fidarsi degli adulti durante le fasi cruciali della crescita.
Le indagini condotte dalla Squadra Mobile e dal pm Pasquale Addesso hanno scientificamente dimostrato che la madre usava uno spray deodorante a distanza ravvicinata per provocare lesioni e ustioni sulla pelle fragile della sua stessa figlia. La piccola, nei sei mesi precedenti all’arresto della madre, era stata ricoverata in tre ospedali diversi tra Varese e Pavia, fino all’ospedale Policlinico di Milano, dove finalmente è emerso il sospetto che le ferite potessero essere causate dalla madre stessa.
Per raccogliere prove inconfutabili, gli investigatori hanno installato microcamere che hanno ripreso l’orrore dei momenti in cui la madre infliggeva danni fisici alla sua stessa figlia. È stato così che, finalmente, è scattato l’arresto, smascherando la crudeltà nascosta dietro un’apparente figura materna.
Una perizia psichiatrica, commissionata dal gup Luca Milani alla dottoressa Mara Bertini, ha rivelato che la madre si trovava in uno stato emotivo di forte disagio, con una forma di “sindrome di Munchausen”, pur senza riscontrare gravi condizioni mentali che potessero configurare una infermità mentale. Ma il movente di tali azioni rimane avvolto nel mistero: forse la ricerca di attenzione da parte di un marito assente, la speranza di protezione da parte dei medici curanti o la volontà di imporsi come figura dominante all’interno della famiglia.
La storia di questa madre e della sua bambina getta luce su un aspetto oscuro delle dinamiche familiari, svelando come l’amore materno possa trasformarsi in violenza inaudita. Il dolore di una bambina innocente diventa il riflesso delle profonde ferite emotive di una madre in preda a contorte dinamiche psicologiche. Un caso scioccante che mette in discussione la stessa natura dell’affidamento e dell’amore familiare.
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