Ultimo aggiornamento il 14 Giugno 2024 by Francesca Monti
Contesto: La Procura Regionale per la Campania della Corte dei conti contesta un danno erariale di quasi 3,7 milioni di euro a 17 dirigenti ed ex dirigenti della Regione Campania. Tra questi, figurano anche l’attuale presidente del Consiglio regionale, Gennaro Oliviero, e l’ex presidente, Rosa ‘Amelio.
‘indagine della Procura Regionale per la Campania
La Procura Regionale per la Campania della Corte dei conti, rappresentata dai sostituti procuratori generali Mauro Senatore e Davide Vitale e coordinata dal procuratore Antonio Giuseppone, ha avviato un’indagine che ha portato alla contestazione di un danno erariale di quasi 3,7 milioni di euro a 17 dirigenti ed ex dirigenti della Regione Campania. Tra i destinatari degli inviti a dedurre notificati dal Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria della Guardia di Finanza di Napoli figurano anche l’attuale presidente del Consiglio regionale della Campania, Gennaro Oliviero, l’ex presidente, Rosa ‘Amelio, e vari componenti o ex componenti dell’Ufficio di presidenza del Consiglio regionale, tra cui Vincenzo Maraio, oggi segretario nazionale del Partito socialista italiano.
‘indagine, condotta con rigore e precisione, ha portato alla luce una serie di presunte irregolarità finanziarie che avrebbero causato un significativo danno alle casse pubbliche. Le accuse mosse ai 17 dirigenti riguardano l’erogazione di un trattamento economico accessorio illecito a figure professionali non adeguate, nonostante una sentenza della Corte costituzionale avesse già dichiarato l’incostituzionalità di analogo trattamento economico.
Il trattamento economico illecito e le accuse
Secondo la ricostruzione dei magistrati contabili e dei finanzieri, gli organi apicali del Consiglio Regionale avrebbero continuato ad erogare ai cosiddetti coordinatori amministrativi dei gruppi consiliari e ai responsabili di segreteria delle commissioni consiliari un trattamento economico accessorio equiparato a quello dirigenziale. Questa pratica, adottata attraverso delibere tra il 2019 e il 2021, sarebbe avvenuta nonostante una sentenza della Corte costituzionale avesse già dichiarato l’incostituzionalità di analogo trattamento economico attraverso la creazione di appositi fondi istituiti con leggi regionali.
In sostanza, gli inquirenti sostengono che si sarebbe perseverato nel riconoscere un trattamento analogo a quello dirigenziale a figure prive di un profilo professionale adeguato. Questa pratica sarebbe in contrasto con la competenza esclusiva assegnata in materia al legislatore statale, con il contratto collettivo nazionale di lavoro e con la stessa normativa regionale intervenuta a partire dal 2021. Inoltre, questa azione sarebbe in violazione ed elusione del giudicato costituzionale.
La vicenda, ancora in fase di indagine, solleva importanti questioni riguardo la gestione delle risorse pubbliche e il rispetto delle normative vigenti. ‘attenzione è ora rivolta all’evolversi dell’indagine e alle eventuali conseguenze per i 17 dirigenti coinvolti.