Pier Camillo Davigo, ex magistrato e ospite del podcast di Fedez “Mucchio Selvaggio”, è stato condannato in primo grado a un anno e tre mesi per rivelazione del segreto d’ufficio. La condanna è stata emessa dal tribunale di Brescia in relazione ai verbali sulla presunta Loggia Ungheria. Davigo ha espresso la sua opinione sulla sentenza, affermando: “Non solo non ho commesso reati, ma ho fatto il mio mestiere. Ma visto che a Brescia le cose non sempre le capiscono mi hanno condannato. Ormai sono abituato è il 27mo procedimento che ho a Brescia“.
Davigo ha difeso la sua posizione, sostenendo di non aver violato il segreto d’ufficio. Ha spiegato che il segreto sarebbe stato violato solo se avesse rivelato l’esistenza di un’indagine, mentre lui ha solo affermato che non c’era un’indagine in corso. Ha dichiarato: “Come fa il tribunale di Brescia a dire che io ho violato il segreto? Il segreto sarebbe stato se avessi detto al Csm ‘c’è un’indagine con questi nomi’ e non ‘guardate che non stanno facendo un’indagine’. Ho spiegato tutto nei motivi d’appello“. Nonostante la condanna, Davigo ha fiducia nella giustizia e ha annunciato che presenterà appello. Ha sottolineato che ci sono ancora l’appello, la Cassazione e la Corte europea dei diritti dell’uomo a cui potrà rivolgersi.
Durante l’intervista, Davigo ha anche criticato il giudice Roberto Spanò, che lo ha condannato, per la sua presunta mancanza di conoscenza sul comitato di presidenza del Csm. Ha affermato: “Questo è un paese curioso in cui più volte il presidente del collegio di Brescia pubblicamente ha dichiarato che fino a questo processo non sapeva cosa fosse il comitato di presidenza del Csm. Non è una cosa di cui ti devi vantare“. Al momento, Roberto Spanò ha scelto di non rispondere alle critiche e ha preferito mantenere il silenzio.
In conclusione, Pier Camillo Davigo è stato condannato in primo grado per rivelazione del segreto d’ufficio. Nonostante la condanna, Davigo difende la sua posizione e annuncia l’appello. Critica anche il giudice Spanò per la sua presunta mancanza di conoscenza sul Csm. La vicenda non si conclude qui, poiché ci sono ancora le fasi di appello, Cassazione e Corte europea dei diritti dell’uomo a cui Davigo potrà rivolgersi.
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