Detenuto agli arresti domiciliari respinto dalla corte per donare il seme alla moglie - Occhioche.it
Francesco Mazzè, 36 anni, palermitano, attualmente agli arresti domiciliari, si è visto respingere dalla corte d’appello di Palermo la richiesta di potersi recare in un centro medico per donare il seme alla moglie per un trattamento di fecondazione assistita.
Nonostante l’urgenza e l’indifferibilità della prestazione di donazione del seme fissata per il 15 luglio presso un centro medico in provincia di Catania, la corte ha ritenuto che tale evenienza non rientrasse tra quelle indispensabili di vita, non trattandosi di un’emergenza di salute in senso stretto.
Il legale di Mazzè, l’avvocato Raffaele Bonsignore, ha commentato con rammarico questa decisione, definendola “incomprensibile” e un ostacolo alla realizzazione del desiderio di paternità della coppia.
La mancata autorizzazione di poter donare il seme alla moglie ha posto un ulteriore ostacolo sulla strada della coppia verso la realizzazione del loro sogno di diventare genitori. La decisione della corte d’appello di Palermo ha generato sconcerto e delusione, poiché ha imposto un impedimento considerevole alla coppia nel loro percorso di fecondazione assistita.
Ecco dunque come la vicenda di Francesco Mazzè, detenuto agli arresti domiciliari, si è intrecciata con la dura realtà delle decisioni giuridiche che possono avere un impatto significativo sulla vita e sui desideri delle persone coinvolte.
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