Detenuto di origine marocchina si da fuoco nel carcere di Bancali, Sassari

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Detenuto di origine marocchina si da fuoco nel carcere di Bancali, Sassari - Occhioche.it

Ultimo aggiornamento il 22 Giugno 2024 by Giordana Bellante

Un detenuto di origine marocchina ha compiuto un gesto estremo nel carcere di Bancali, a Sassari, causando ustioni sia a sé stesso che ad alcuni agenti della Polizia penitenziaria intervenuti per salvarlo. Attualmente ricoverato nel centro ustionati dell’ospedale Santissima Annunziata, l’uomo è al centro di attenzione e preoccupazione per le autorità e i sindacati.

Complesso profilo del detenuto

Il delegato per la Sardegna del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria Sappe, Antonio Cannas, ha dichiarato che il detenuto coinvolto era già noto per il suo comportamento aggressivo e autolesionista. Tale comportamento era emerso due settimane prima, quando l’uomo aveva aggredito il personale con un estintore. Le autorità sperano ora in una pronta guarigione dei colleghi che hanno subito le conseguenze del gesto e esprimono solidarietà verso di loro.

Protesta sindacale e richieste di intervento

Il Sappe, insieme ad altre organizzazioni sindacali del carcere di Bancali, ha annunciato un sit-in di protesta che si terrà il prossimo 28 giugno a Cagliari, davanti alla sede del Prap. L’obiettivo è quello di richiamare l’attenzione del Ministero della Giustizia e degli organi nazionali dell’Amministrazione Penitenziaria sulle criticità presenti all’interno del carcere. Le richieste sono incentrate sul ripristino della legalità e della sicurezza per i poliziotti penitenziari, messi in una situazione di abbandono e precarietà che preoccupa il sindacato. La segreteria generale del Sappe, rappresentata da Donato Capece, si impegna a portare avanti le necessarie azioni presso il Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria per garantire che le proteste dei colleghi vengano ascoltate e seguite da provvedimenti concreti e tempestivi.

Approfondimenti

    Personaggi e cose importanti menzionati:
    1. carcere di Bancali
    2. Sassari
    3. Polizia penitenziaria
    4. Santissima Annunziata
    5. Antonio Cannas
    6. Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria Sappe
    7. Ministero della Giustizia
    8. Amministrazione Penitenziaria
    9. Prap
    10. Cagliari
    11. Donato Capece
    12. Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria

    Detenuto di origine marocchina nel carcere di Bancali, Sassari:
    Il detenuto di origine marocchina menzionato nell’articolo ha compiuto un gesto estremo causando ustioni a sé stesso e ad alcuni agenti della Polizia penitenziaria che sono intervenuti per soccorrerlo. La situazione ha portato ad una serie di conseguenze all’interno del carcere di Bancali, a Sassari, generando preoccupazione tra le autorità e i sindacati. La gravità dell’atto ha portato l’uomo al ricovero presso il centro ustionati dell’ospedale Santissima Annunziata.

    Antonio Cannas:
    Antonio Cannas è il delegato per la Sardegna del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria Sappe. Nell’articolo, viene citato per le sue dichiarazioni riguardanti il comportamento autodistruttivo e aggressivo del detenuto coinvolto nel gesto estremo nel carcere di Bancali. Le parole di Cannas offrono un’analisi del profilo del detenuto, già noto per la sua pericolosità e problematicità.

    Protesta sindacale e richieste di intervento:
    Il Sappe, insieme ad altre organizzazioni sindacali del carcere di Bancali, annuncia un sit-in di protesta a Cagliari, davanti alla sede del Prap. L’obiettivo è attirare l’attenzione del Ministero della Giustizia e dell’Amministrazione Penitenziaria nazionale sulle criticità presenti all’interno del carcere. Le richieste del sindacato includono il ripristino della legalità e della sicurezza per i poliziotti penitenziari, che affrontano situazioni di precarietà e abbandono. Donato Capece, rappresentante della segreteria generale del Sappe, si impegna a portare avanti azioni presso il Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria per garantire che le richieste dei colleghi vengano ascoltate e seguite da provvedimenti adeguati. La situazione evidenzia le sfide e i problemi del sistema carcerario, ponendo l’accento sulla sicurezza e sul benessere del personale penitenziario.

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