Detenuto morto a Oristano: Garante richiede autopsia da mesi

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Detenuto morto a Oristano: Garante richiede autopsia da mesi - avvisatore.it

Ultimo aggiornamento il 19 Dicembre 2023 by Redazione

Nuove rivelazioni sulla morte di Stefano Dal Corso nel carcere di Massima

Nuove informazioni emergono sulla morte di Stefano Dal Corso, il 42enne romano trovato senza vita nella sua cella nel carcere di Massima, vicino a Oristano, il 12 ottobre 2022. Secondo un supertestimone, Dal Corso sarebbe stato ucciso perché avrebbe sorpreso due agenti penitenziari durante un rapporto sessuale. Questa rivelazione ha portato la Garante regionale delle persone private della libertà personale in Sardegna, Irene Testa, a richiedere l’autopsia per chiarire le circostanze della morte.

La richiesta di autopsia respinta dalla Procura di Oristano

L’avvocata che rappresenta la famiglia di Dal Corso, Armida Decina, aveva precedentemente ottenuto la riapertura dell’inchiesta, che inizialmente era stata archiviata come suicidio. Decina ha richiesto l’autopsia per ben otto volte, ma la Procura di Oristano ha sempre negato la richiesta. Tuttavia, alla luce delle nuove rivelazioni del supertestimone, che ha registrato un agente della polizia penitenziaria, la richiesta di autopsia appare ancora più urgente. Come afferma l’avvocata Decina: “Il 20 ottobre scorso ho formalmente scritto alla Procura di Oristano per chiedere nell’interesse del carcere in primis e per chiarire ogni dubbio con la famiglia di Stefano Dal Corso se non si ritenesse urgente e opportuno disporre l’autopsia. Alla luce di quanto sta emergendo appare ancora più importante procedere con l’esame autoptico, l’unico scientificamente in grado di stabilire come siano andate le cause del decesso“.

Le violenze subite da Dal Corso secondo il supertestimone

Secondo il racconto del supertestimone, che è stato consegnato alla Procura dall’avvocata Decina, Dal Corso sarebbe stato brutalmente picchiato da cinque agenti penitenziari. Gli agenti avrebbero colpito Dal Corso ripetutamente, causando gravi lesioni. In particolare, gli avrebbero inflitto due manganellate e una sprangata che avrebbe rotto l’osso del collo, simulando così un impiccagione. Queste nuove informazioni sollevano seri dubbi sulla versione ufficiale del suicidio e pongono l’accento sulla necessità di un’indagine approfondita per fare luce sulla morte di Dal Corso.

Le nuove rivelazioni sulla morte di Stefano Dal Corso nel carcere di Massima hanno scosso l’opinione pubblica e sollevato interrogativi sul sistema penitenziario italiano. La richiesta di autopsia da parte della Garante regionale delle persone private della libertà personale in Sardegna, Irene Testa, e dell’avvocata Armida Decina, rappresentante della famiglia di Dal Corso, è un passo fondamentale per ottenere la verità e fare giustizia. È necessario che le autorità competenti conducano un’indagine approfondita e imparziale per stabilire le responsabilità e garantire che simili tragedie non si ripetano in futuro.

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