Ultimo aggiornamento il 28 Dicembre 2023 by Redazione
Riaperto il caso della morte di Stefano Dal Corso: indagini per omicidio volontario
La Procura ha deciso di riaprire il caso della morte di Stefano Dal Corso, il detenuto romano di 42 anni trovato morto il 12 ottobre del 2022 nella sua cella nel carcere di Massama, alle porte di Oristano. Inizialmente, il caso era stato chiuso come un suicidio per impiccagione, ma grazie alle rivelazioni della moglie di un altro detenuto, la Procura sta ora indagando per omicidio volontario contro ignoti.
La notizia è stata annunciata in una conferenza stampa a Roma, convocata dalla famiglia e dall’avvocata Armida Decina. La sorella di Stefano, Marisa Dal Corso, ha commentato con l’ANSA: “Ce l’abbiamo fatta, ci hanno detto sì all’autopsia. Speriamo che finalmente si possa arrivare alla verità sulla morte di Stefano, quella che abbiamo sempre sostenuto, ovvero che è stato ucciso. In questo modo potremmo finalmente chiudere questa terribile vicenda”.
L’avvocata Decina aveva richiesto ben sette volte che venisse eseguita l’autopsia sul corpo di Stefano, ma senza successo. Ora, la Procura di Oristano ha deciso di procedere con gli accertamenti necroscopici e il prossimo 4 gennaio l’incarico sarà affidato al medico legale Roberto Demontis. L’autopsia si svolgerà a Roma, dove attualmente si trova la salma. La famiglia avrà i suoi consulenti: il medico legale Claudio Buccelli, l’ematologa forense Gelsomina Mansueto e l’esperto tossicologico Ciro di Nuzio.
Nuove rivelazioni: un agente della polizia penitenziaria testimonia
Le ultime settimane hanno portato una svolta nel caso, grazie alle rivelazioni di un supertestimone raccolte da Marisa Dal Corso e depositate in Procura. Si tratta di un agente della polizia penitenziaria che afferma che Stefano è stato ucciso perché aveva sorpreso due agenti durante un rapporto sessuale.
Secondo la testimonianza, il detenuto sarebbe stato portato in una cella e ucciso a manganellate. Successivamente, sarebbe stato colpito con una spranga per provocare la rottura dell’osso del collo e simulare un suicidio.
La ricerca della verità continua
Con l’apertura delle indagini per omicidio volontario, la famiglia di Stefano Dal Corso spera di finalmente ottenere la verità sulla sua morte. L’autopsia, che sarà eseguita il prossimo gennaio, potrebbe fornire importanti elementi per fare luce su quanto accaduto.
La determinazione della famiglia e dell’avvocata Decina ha portato alla riapertura del caso, dimostrando che la lotta per la giustizia può portare risultati. Ora, spetta agli inquirenti fare il proprio lavoro e scoprire la verità sulla morte di Stefano Dal Corso.