Difesa di Alessia Pifferi: richiesta di assoluzione nel processo per omicidio della figlia

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Difesa di Alessia Pifferi: richiesta di assoluzione nel processo per omicidio della figlia - Occhioche.it

Ultimo aggiornamento il 13 Maggio 2024 by Luisa Pizzardi

Contesto: ‘avvocato Alessia Pontenani, difensore di Alessia Pifferi, ha iniziato la sua arringa nel processo a carico della 37enne per l’omicidio della figlia chiedendo l’assoluzione. Pifferi è accusata di avere lasciato morire di stenti la piccola Diana, di 18 mesi, lasciandola da sola per 6 giorni nella loro abitazione in via Parea a Milano.

Prima parte: ‘arringa dell’avvocato Pontenani

“‘avvocato Pontenani: ‘Alessia Pifferi non voleva uccidere la bambina’

La difesa si concentra sulla mancanza di intenzionalità da parte dell’imputata

‘avvocato Alessia Pontenani, difensore di Alessia Pifferi, ha iniziato la sua arringa nel processo a carico della 37enne per l’omicidio della figlia chiedendo l’assoluzione. La Pontenani ha sottolineato che la sua assistita non aveva l’intenzione di uccidere la bambina e lo ha detto fin dall’inizio.

La difesa si è concentrata sulla mancanza di intenzionalità da parte dell’imputata, sostenendo che la morte della piccola Diana sia stata il risultato di una serie di circostanze sfavorevoli e di una grave negligenza da parte di Pifferi, ma non di un’azione volontaria e consapevole.

‘avvocato Pontenani ha anche evidenziato che la sua assistita si è trovata in una situazione di grande difficoltà personale e familiare, che avrebbe influito sulla sua capacità di prendersi cura della figlia in modo adeguato.

Tuttavia, la Procura di Milano non sembra essere d’accordo con questa ricostruzione dei fatti. Secondo l’accusa, Alessia Pifferi avrebbe lasciato la piccola Diana da sola per sei giorni, senza cibo né acqua, mentre lei si trovava fuori casa. La bambina sarebbe morta di stenti, in una situazione di totale abbandono e di grave sofferenza.

La difesa di Pifferi dovrà quindi cercare di dimostrare che la morte della bambina non sia stata il risultato di un’azione volontaria e consapevole da parte dell’imputata, ma di una serie di circostanze sfavorevoli e di una grave negligenza.

Seconda parte: Il processo e le possibili conseguenze

“Il processo a carico di Alessia Pifferi: cosa c’è da aspettarsi

Le possibili conseguenze per l’imputata in caso di condanna

Il processo a carico di Alessia Pifferi per l’omicidio della figlia Diana è iniziato da alcune settimane e si preannuncia come uno dei più complessi e delicati dell’anno giudiziario.

La Procura di Milano ha chiesto per l’imputata la pena massima prevista per il reato di omicidio volontario, ovvero l’ergastolo. Tuttavia, la difesa di Pifferi ha chiesto l’assoluzione, sostenendo che la morte della bambina non sia stata il risultato di un’azione volontaria e consapevole da parte dell’imputata.

Il giudizio della Corte sarà quindi fondamentale per stabilire la verità dei fatti e per attribuire le eventuali responsabilità. In caso di condanna, Alessia Pifferi potrebbe essere costretta a trascorrere il resto della sua vita in carcere, con tutte le conseguenze che questo comporterebbe per lei e per la sua famiglia.

Ma oltre alle conseguenze penali, il processo a carico di Pifferi potrebbe avere anche importanti ripercussioni sul piano sociale e culturale. Il caso di Diana, infatti, ha suscitato grande indignazione e sconcerto nell’opinione pubblica.

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