Differenze tra Pandoro e Panettone: l’occhio allo shrinkflation

Come riconoscere i panettoni e pandori tradizionali

Durante le festività natalizie, il panettone e il pandoro sono i dolci che non possono mancare sulle nostre tavole. Tuttavia, con la grande varietà di prodotti disponibili sugli scaffali dei supermercati, può essere difficile distinguere quelli tradizionali da quelli “falsi” che cercano di ingannare i consumatori con informazioni fuorvianti.

Secondo l’Unione Nazionale Consumatori, esiste un decreto ministeriale in vigore dal 2005 che stabilisce le caratteristiche e le ricette dei panettoni, pandori, colomba, savoiardi, amaretti e amaretti morbidi. Questo decreto fornisce una sorta di “carta d’identità” per questi dolci, che include la lista degli ingredienti obbligatori e facoltativi, il processo di fabbricazione e le diciture che devono essere riportate in etichetta.

Ad esempio, per essere considerato un vero pandoro, il dolce deve essere realizzato con burro, uova fresche di categoria A o tuorlo d’uovo, o entrambi, in quantità che garantiscono non meno del 4% di tuorlo. Inoltre, la pasta deve essere morbida e ottenuta con lievitazione naturale. Il panettone, invece, ha gli stessi ingredienti e la stessa lavorazione del pandoro, ma prevede l’aggiunta di uvetta e scorze di agrumi canditi in quantità non inferiore al 20%.

È importante notare che solo i dolci che rispettano queste caratteristiche possono essere chiamati panettone o pandoro. Qualsiasi modifica alla ricetta classica deve essere indicata in etichetta, in modo che i consumatori possano fare una scelta consapevole.

Inoltre, per garantire la sicurezza igienico-sanitaria, ogni fase di produzione di questi dolci è controllata dalle industrie dolciarie, che devono seguire le linee guida definite nel Manuale di corretta prassi igienica e HACCP.

Come leggere le etichette dei dolci natalizi

Per essere sicuri di acquistare un panettone o un pandoro tradizionale, è importante leggere attentamente le etichette dei prodotti. L’etichetta dovrebbe riportare la denominazione riservata (ad esempio, panettone o pandoro), una descrizione del prodotto, la lista degli ingredienti, il nome e l’indirizzo del produttore, la data di scadenza e la quantità del prodotto al netto dell’imballaggio.

Inoltre, è fondamentale controllare se il prodotto ha una data di scadenza o un termine minimo di conservazione. I prodotti a rapida deperibilità, come il panettone farcito con ricotta fresca, devono avere una data di scadenza, mentre il termine minimo di conservazione indica solo che il prodotto è preferibile consumarlo entro una certa data.

È importante sottolineare che, nonostante le norme stabilite dal decreto ministeriale, esiste ancora il rischio di contraffazione alimentare. Tuttavia, le frodi alimentari sono soggette a sanzioni da parte degli organi di controllo, e le aziende alimentari devono effettuare controlli interni per escludere la vendita di prodotti non conformi.

Occhio allo shrinkflation

Un aspetto da tenere in considerazione è lo shrinkflation, un processo in cui le dimensioni dei prodotti sembrano ridotte, ma i prezzi rimangono sostanzialmente gli stessi o addirittura aumentano. Questo fenomeno può riguardare anche i panettoni e i pandori, poiché le aziende possono ridurre le dimensioni dei dolci senza abbassare i prezzi.

Per difendersi dallo shrinkflation, i consumatori possono controllare il peso del prodotto indicato in etichetta e calcolare il prezzo al chilogrammo per fare un confronto con altri prodotti.

In conclusione, per assicurarsi di acquistare panettoni e pandori tradizionali, è importante leggere attentamente le etichette dei prodotti, verificare che rispettino le caratteristiche stabilite dal decreto ministeriale e fare attenzione allo shrinkflation. In questo modo, i consumatori potranno gustare i dolci natalizi con la certezza di aver scelto prodotti autentici e di qualità.