Ultimo aggiornamento il 5 Agosto 2024 by Giordana Bellante
Il panorama della digitalizzazione nel settore culturale italiano si presenta con luci e ombre. Le risorse destinate al miglioramento digitale dei musei, pari a 500 milioni di euro grazie al PNRR, si confrontano con il dato preoccupante che indica come due terzi dei musei non abbiano un piano specifico per affrontare questa transizione. Le statistiche dell’Osservatorio Innovazione digitale del Politecnico di Milano inquadrano il tema in modo chiaro: sebbene vi sia stata una diminuzione dal 76% al 68% delle istituzioni senza una strategia allineata per la digitalizzazione, il percorso da compiere è ancora lungo.
Stato attuale della digitalizzazione nei musei
Negli ultimi anni, l’approccio alla digitalizzazione dei musei italiani ha subito un’evoluzione significativa, ma permane una preoccupante carenza di piani strategici a medio e lungo termine. Le analisi condotte dall’Osservatorio Innovazione digitale per la cultura del Politecnico di Milano mostrano che sebbene la percentuale di istituti priva di una strategia sia diminuita, il rischio di una gestione inefficace delle risorse rimane alto.
La digitalizzazione, infatti, non è un progetto che prevede una conclusione; una volta avviato, richiede un impegno costante e un investimento quotidiano per il suo mantenimento e ampliamento. Le risorse stanziate dal PNRR, destinate a facilitare la transizione digitale, rischiano di disperdersi se non vengono gestite in modo oculato. La difficoltà principale sta nel tradurre l’investimento iniziale in un progetto sostenibile nel tempo, capace di adattarsi ai continui cambiamenti tecnologici e alle nuove esigenze degli utenti.
L’impatto della pandemia e delle nuove tecnologie
La pandemia ha inevitabilmente accelerato il processo di digitalizzazione, rendendo più evidente la necessità di rendere il patrimonio culturale accessibile anche a distanza. Andrea Cancellato, presidente di Federculture, sottolinea come le tecnologie emergenti abbiano aperto nuove strade per la fruizione dei contenuti culturali e per la narrazione delle proposte culturali. Questa situazione ha portato molte istituzioni a “buttarsi” nel mondo digitale, a volte senza un piano ben definito, ma con l’idea di iniziare a sperimentare.
Tuttavia, è fondamentale per i musei comprendere che la digitalizzazione non deve essere un mero adempimento burocratico, ma un’opportunità per valorizzare il proprio patrimonio attraverso la creazione di contenuti interattivi e coinvolgenti. Adattare gli archivi e i materiali culturali per una fruizione online richiede competenze specifiche, che molte strutture faticano a sviluppare. L’assenza di un piano complessivo può limitare enormemente la capacità delle istituzioni di affrontare con successo questa transizione.
Le sfide della gestione e dell’innovazione
Senza una visione chiara e un piano strategico, gli investimenti in digitale possono risultare inefficaci, soprattutto per le istituzioni più piccole o meno autonome. Francesca Cruciani, ricercatrice dell’Osservatorio del Politecnico, evidenzia l’importanza di formare il personale interno per sviluppare competenze adeguate alla gestione delle nuove tecnologie. Una progettazione superficiale e l’adozione di soluzioni “cotte e mangiate” si traducono in una mancanza di sostenibilità.
Un virtual tour di un museo, ad esempio, pur essendo una risorsa d’impatto, necessita di esperienze complementari per arricchire la visita virtuale. La presenza di guide o la creazione di narrazioni interattive possono migliorare enormemente l’esperienza dell’utente. Questo approccio integrato è fondamentale per avviare un discorso sullo sviluppo di un modello di business sostenibile. Solo con un piano strategico e un investimento continuo delle risorse sarà possibile non solo preservare, ma valorizzare e rendere accessibile il patrimonio culturale italiano.