Ultimo aggiornamento il 18 Settembre 2024 by Luisa Pizzardi
Il governo italiano si trova di fronte a un delicato bivio riguardo ai conti pubblici, in un contesto di maggiore scrutino europeo e vincoli significativi. Con una procedura di infrazione per disavanzo eccessivo attivata dalla Commissione europea e nuove regole del Patto di stabilità, il nostro Paese deve fare i conti con un deficit previsto al 7,4% del PIL per il 2023. In questo scenario complesso, il ministro dell’Economia dovrà elaborare un Piano strutturale di bilancio che rispetti le scadenze e le richieste imposte da Bruxelles, pur garantendo il necessario sostegno per l’economia nazionale.
La procedura di infrazione e le sue implicazioni
Definizione e obiettivi della procedura
La procedura di infrazione per disavanzo eccessivo viene attivata quando un Paese membro dell’Unione Europea supera i limiti di deficit stabiliti. Nel caso dell’ITALIA, la Commissione ha segnalato un disavanzo del 7,4% del PIL per il 2023, ben oltre il limite del 3% previsto dai trattati europei. Le autorità italiane dovranno quindi intraprendere un percorso correttivo che coinvolgerà una significativa riduzione della spesa primaria netta, fissando un obiettivo di correzione annuale di almeno 0,6 punti percentuali di PIL. Questo impegno, che equivale a circa 13 miliardi di euro all’anno, si rivela una sfida cruciale per la sostenibilità finanziaria del Paese.
La cornice temporale
Nei prossimi tre anni, tra il 2025 e il 2027, la Commissione ha previsto che il piano di rientro dal deficit non prenderà in considerazione l’aumento dei costi degli interessi. Questo significa che le correzioni necessarie dovranno concentrarsi sul saldo primario strutturale, richiedendo agli amministratori italiani di pianificare attentamente l’utilizzo delle risorse finanziarie, al fine di evitare situazioni critiche. La nuova Commissione europea si pronuncerà a novembre, tracciando il percorso di rientro e definendo ulteriormente le raccomandazioni in funzione del Documento programmatico di Bilancio.
Il disavanzo e le aspettative di riduzione
Le direttive europee sulla riduzione del disavanzo
Secondo le linee guida europee, il disavanzo deve tendere a valori inferiori al 3% del PIL. Le aspettative delineano un obiettivo di disavanzo strutturale non superiore all’1,5% del PIL, con adeguamenti annuali minimi del saldo primario strutturale. Nel piano di aggiustamento, l’ITALIA mira a implementare un percorso di correzione che si estenderà su sette anni, consentendo una maggiore flessibilità nella gestione delle risorse. È evidente, tuttavia, che le opzioni per finanziare aumenti delle spese o significative riduzioni fiscali sono limitate.
L’importanza della spending review e delle entrate strutturali
Il governo dovrà prestare particolare attenzione alla revisione della spesa pubblica, con un’operazione di spending review che possa generare risparmi concreti e migliorare l’efficienza delle amministrazioni. Al contempo, sarà essenziale combattere l’evasione fiscale per garantire che le entrate siano certe e contabilizzabili. In assenza di entrambe queste misure, il margine per effettuare nuove spese o alleggerire il carico fiscale si riduce notevolmente. A sostegno della crescita economica, il piano di riforme e investimenti sarà cruciale, alimentando l’auspicato allungamento del periodo di applicazione delle regole di bilancio.
La manovra economica e le coperture necessarie
Necessità di coperture per la legge di bilancio
La prossima legge di Bilancio dovrà tener conto della sostenibilità dei conti pubblici, utilizzando coperture certe per eventuali nuove spese. Il percorso per un nuovo deficit di 15,7 miliardi di euro delineato per il 2024 è già stato escluso, e il governo dovrà lavorare all’interno di un framework molto più ristretto, definito dalle recenti direttive europee. È fondamentale chiarire che ogni nuova spesa dovrà essere giustificabile e supportata da ingressi di pertinenza che non destabilizzino ulteriormente il bilancio.
Riflessioni sull’orizzonte del Pnrr e delle riforme
Il Piano nazionale di ripresa e resilienza fornisce alcune opportunità, ma il governo ha bisogno di un programma di riforme e investimenti che esca dal tracciato tradizionale. Le nuove infrastrutture e iniziative devono essere chiaramente allineate alle linee programmatiche europee, creando sinergie con gli obiettivi più ampi dell’Unione. Solo così sarà possibile garantire una vera ripresa economica e un adeguato rientro dal deficit, rendendo l’ITALIA un attore di successo nel panorama economico europeo e globale.