Disordini e tensione al carcere di REGINA COELI: scontri e richieste di intervento urgente - Occhioche.it
Le notizie provenienti dal carcere di REGINA COELI, a Roma, rivelano una situazione di grave crisi e insoddisfazione tra i detenuti e il personale penitenziario. Oggi si sono verificati disordini nella prima sezione del carcere, con un centinaio di detenuti coinvolti in atti di vandalismo che hanno incluso incendi e danni alla struttura. Questo incidente non rappresenta un episodio isolato, ma piuttosto l’estrema espressione di tensioni accumulate, spesso aggravate dalla situazione complessiva nelle carceri italiane.
La giornata è iniziata con pesanti disordini nella prima sezione del carcere di REGINA COELI, dove un centinaio di detenuti hanno dato vita a una serie di atti vandalici. Secondo le informazioni diffuse dalla UILPA polizia penitenziaria, i detenuti avrebbero utilizzato i fornelli da campeggio che avevano in cella per appiccare incendi, danneggiando ulteriormente i locali. L’azione ha portato al coinvolgimento delle autorità, preoccupate per la sicurezza tanto dei detenuti quanto del personale.
In una nota, Gennarino De Fazio, segretario generale della UILPA, ha confermato che il secondo piano del carcere è stato severamente danneggiato, menzionando anche traumi strutturali come telecamere divelte e allagamenti nei piani superiori. La situazione è peggiorata con il lancio di pezzi di ferri e spazzatura dai finestroni, creando un clima di paura e precarietà.
Le autorità penitenziarie hanno riferito che gli scontri hanno provocato la mancanza di elettricità e l’allagamento di diversi locali. Al quinto piano, sono scoppiate bombolette di gas, aumentando ulteriormente il livello di pericolo. Fortunatamente, non ci sono stati feriti tra il personale né tra i detenuti, ma le operazioni sono state compromesse da una serie di incendi che hanno coinvolto anche uffici del personale.
Maurizio Somma, segretario per il Lazio del sindacato autonomo polizia penitenziaria, ha espresso grande preoccupazione per la situazione, sottolineando che i disordini sono un segnale allarmante delle problematiche strutturali e organizzative presenti all’interno del sistema penitenziario.
Il carcere di REGINA COELI non fa da solo; è parte di un sistema più ampio caratterizzato da un’emergenza significativa, come evidenziato da recenti statistiche che parlano di 67 suicidi tra i detenuti e altri 7 tra il personale di polizia penitenziaria. Questi dati testimoniano una crisi che si alimenta di fattori complessi, tra cui il sovraffollamento, le carenze di personale e l’assistenza sanitaria inadeguata.
Gennarino De Fazio ha commentato che, nonostante ci sia stato un apparente periodo di calma, le tensioni rimangono estremamente elevate. La richiesta di misure concrete e tangibili per affrontare il sovraffollamento è diventata urgente, visto che oltre 14.500 detenuti superano i posti disponibili.
La situazione critica non è passata inosservata. De Fazio ha auspicato che nel vertice della maggioranza di governo, previsto per oggi, si prendano decisioni efficaci per fronteggiare queste evidenti problematiche. Servono interventi che migliorino la condizione delle carceri, che attualmente versano in uno stato di degrado inaccettabile. Le richieste riguardano soprattutto migliori condizioni lavorative per gli agenti, spesso costretti a operare in un contesto di tensione e pericolo costante.
Le critiche non si fermano qui. Donato Capece, segretario generale del SAPPE, ha addirittura descritto la condizione dei penitenziari come simile all’inferno dantesco, sottolineando l’urgenza di soluzioni concrete per una spirale di violenza senza fine.
La situazione all’interno delle carceri del Lazio, e in particolare a REGINA COELI, è segnata da una crescente presenza di detenuti con problemi psichiatrici, il che complica ulteriormente le operazioni quotidiane di gestione penitenziaria. L’ente sindacale ha sollevato interrogativi sulla validità delle politiche attuali, evidenziando che i detenuti stranieri, che rappresentano un terzo della popolazione carceraria, dovrebbero scontare le proprie pene nei loro paesi di origine.
La richiesta di riapertura degli ospedali psichiatrici giudiziari si unisce a quella di maggior investimento nella tecnologia per facilitare la sicurezza all’interno degli istituti. Capece ha sottolineato l’importanza di garantire condizioni di lavoro dignitose per il personale della polizia penitenziaria, spesso sottovalutati e considerati poco.
La richiesta di maggiore attenzione e investimenti nel sistema penitenziario è diventata una necessità vitale. La gestione delle carceri deve affrontare una serie di riforme radicali per garantire che la sicurezza e la dignità di tutti, detenuti e operatori, siano garantite. Gli eventi recenti a REGINA COELI non sono solo un campanello d’allarme, ma anche un’opportunità per avviare un dibattito necessario sulle riforme nel sistema penitenziario italiano.
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