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Donne e violenze: ‘Familia’, il film che porta alla luce storie di sofferenza e resistenza

Il film ‘Familia’, diretto da Francesco Costabile, rappresenta un importante contributo al dibattito sulla violenza di genere. Proiettato in anteprima alla Mostra del Cinema di Venezia, il lungometraggio è in distribuzione dal 2 ottobre. Attraverso la narrazione di storie di donne, ‘Familia’ offre uno spaccato della complessità della violenza domestica e cerca di sensibilizzare il pubblico su un tema spesso relegato nell’ombra. La pellicola trae ispirazione dalla storia vera di Luigi Celeste, il cui libro ‘Non sarà sempre così’ racconta la sua personale esperienza di sopravvivenza e resilienza.

La genesi di ‘Familia’: un tema scottante

Un confronto globale

L’idea di ‘Familia’ è nata dall’incontro di Francesco Costabile con diverse donne provenienti da contesti culturali e sociali vari. Durante le proiezioni del suo film precedente, ‘Una femmina’, Costabile ha ascoltato storie di violenze raccontate da donne di diverse nazionalità. Un episodio significativo si è verificato in Francia, dove una giovane donna cinese ha condiviso con lui le esperienze traumatiche che aveva vissuto. Questo scambio ha evidenziato come, nonostante le differenze culturali, alcune storie di sofferenza possano risultare universlmente riconoscibili.

Il racconto di Luigi Celeste

L’opera di Costabile non è solo una rielaborazione cinematografica: è anche una lettura profonda della violenza di genere attraverso la lente di esperienze personali. Il regista ha sottolineato l’importanza di affrontare questa tematica già prima di entrare in contatto con il libro di Celeste. La vicenda narrata nel film segue la difficile evoluzione delle relazioni familiari intrise di violenza, dal punto di vista di un giovane che si trova a dover affrontare il suo passato e le sue origini.

Il messaggio di ‘Familia’ alla Casa Internazionale delle Donne

Un dialogo aperto

Il film è stato presentato presso la Casa Internazionale delle Donne a Roma, un’istituzione che rappresenta un simbolo per i diritti delle donne. Durante l’incontro, Francesco Costabile e il cast hanno discusso della rilevanza del film e dei suoi contenuti. Giulia Minoli, presidente della Fondazione Una nessuna centomila, ha commentato la necessità di affrontare la complessità della violenza sulle donne, un tema spesso semplificato nei racconti pubblici. Questo dibattito è cruciale per aumentare la consapevolezza e promuovere un cambiamento culturale più ampio.

L’approfondimento attoriale

Ogni membro del cast ha affrontato il proprio ruolo con grande impegno, consapevole della responsabilità di rappresentare una tematica così delicata. Francesco Gheghi, che interpreta il protagonista, ha riflettuto sulla sua interpretazione e sul rapporto conflittuale con il padre. La sua performance è stata segnata da un processo di introspezione necessaria per rendere credibile il suo personaggio. Anche Francesco Di Leva, nel ruolo del marito violento, ha dovuto confrontarsi con il pesante fardello di interpretare un personaggio negativo, sottolineando come il carico emotivo associato a tale interpretazione possa generare reazioni forti dal pubblico.

La violenza di genere in Italia: un contesto in evoluzione

Un quadro normativo cambiato tardivamente

‘Familia’ ci riporta a un’epoca in cui la legge italiana non aveva ancora classificato il reato di stalking, un periodo in cui il concetto di violenza assistita era pressoché ignoto e la legge ‘codice rosso’ non esisteva. La pellicola ricorda quindi l’importanza di riconoscere e affrontare la violenza domestica come un fenomeno sociale e culturale radicato, ma finalmente sempre più presente nel dibattito pubblico.

L’importanza della formazione

Oggi, a distanza di anni, il contesto normativo e sociale è migliorato, ma il percorso da compiere è ancora lungo. È essenziale continuare la formazione e la sensibilizzazione su questi temi, in particolare tra i giovani. Per questo motivo, ‘Familia’ sarà proiettato nelle scuole, affinché le nuove generazioni possano comprendere meglio la gravità della violenza di genere e imparare a identificare e contrastare questi comportamenti di abuso. Il film si pone quindi come un mezzo educativo capace di stimolare discussioni e riflessioni necessarie nella società contemporanea.

Luisa Pizzardi

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