Ultimo aggiornamento il 24 Aprile 2024 by Luisa Pizzardi
La testimonianza di Faizi Hasib
Dubbi sul riconoscimento degli scafisti
Faizi Hasib, uno dei superstiti del naufragio del barcone carico di migranti a Cutro del 26 febbraio dello scorso anno, ha sollevato dubbi sul riconoscimento degli scafisti imputati nel processo a Crotone. Durante la sua testimonianza, Hasib ha dichiarato di aver firmato accanto alla foto di uno degli imputati, Sami Fuat, solo su indicazione di un agente di polizia. Secondo quanto riferito da Hasib, l’agente gli avrebbe detto che quello nella foto era il capitano della barca e di firmare accanto all’immagine. Hasib ha ribadito che la foto di Sami Fuat come “capitano della nave” gli era stata indicata dal poliziotto che lo stava interrogando: “Mi ha detto di firmare accanto alla foto di Suat, aggiungendo, comunque, che non ero obbligato a farlo”.
La questione della traduzione delle dichiarazioni di Hasib
Contestazioni da parte di uno degli imputati
È da verificare, comunque, anche l’autenticità della traduzione delle dichiarazioni di Hasib, che, in più di un’occasione, è stata contestata da uno degli imputati, Khalid Arslan, che in carcere ha imparato anche l’italiano. In particolare, Arslan ha contestato la traduzione riguardo l’accusa mossa ai due pakistani di avere coadiuvato i timonieri dell’imbarcazione. Questa contestazione solleva ulteriori dubbi sulla validità delle prove raccolte contro gli imputati.
Lo scontro tra i difensori degli imputati e la pubblica accusa
‘utilizzo delle foto mostrate ai testimoni per il riconoscimento
‘udienza, svoltasi in videocollegamento con Amburgo, dove si trovano i superstiti del naufragio che hanno testimoniato, è stata caratterizzata anche da uno scontro tra i difensori degli imputati e la pubblica accusa sull’utilizzo delle foto mostrate ai testimoni per il riconoscimento. Gli avvocati Salvatore Perri e Teresa Paladini, difensori degli imputati, hanno eccepito l’inutilizzabilità delle immagini. Tuttavia, questa eccezione è stata rigettata dal collegio giudicante. Il presidente del Tribunale ha anche proposto un “riconoscimento informale”, facendo inquadrare dalle telecamere gli imputati, ma questi ultimi si sono opposti. La questione dell’utilizzo delle foto per il riconoscimento degli imputati rimane quindi un punto controverso nel processo.