Due ciclisti italiani completano un viaggio di 10.300 chilometri da Venezia a Pechino in omaggio a Marco Polo

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Due ciclisti italiani completano un viaggio di 10.300 chilometri da Venezia a Pechino in omaggio a Marco Polo - Occhioche.it

Ultimo aggiornamento il 1 Agosto 2024 by Redazione

Alberto Fiorin e Dino Facchinetti hanno completato un’epica traversata da Venezia a Pechino, un’avventura che celebra i 700 anni dalla morte del leggendario esploratore veneziano Marco Polo. Partiti il 25 aprile, i due ciclisti hanno percorso 10.300 chilometri in 100 giorni, attraversando tredici Paesi in un viaggio che ha unito impegno, passione e una dedizione senza pari alla scoperta e alla cultura.

Il lungo viaggio verso Pechino

Un’odissea su due ruote

Il viaggio di Fiorin e Facchinetti rappresenta non solo una sfida fisica ma anche un’incredibile esplorazione culturale. Partiti il 25 aprile da Venezia, i ciclisti hanno seguito un itinerario che li ha portati attraverso paesaggi vari e culture diverse, unendo esperienze e storie di vita di leader locali e persone comuni. In totale, si sono avventurati in tredici Paesi, includendo tappe in nazioni come l’Austria, la Slovacchia, la Polonia, l’Ungheria e il Kazakistan, ognuna delle quali ha contribuito a rendere il loro viaggio un’esperienza indimenticabile.

Durante il percorso, i due ciclisti hanno mantenuto una media di circa 125 chilometri al giorno, affrontando sfide fisiche dovute a diversi tipi di terreno e condizioni meteorologiche variabili. La perseveranza di Fiorin e Facchinetti ha permesso loro di superare difficoltà quotidiane, rendendo il viaggio non solo un’impresa sportiva, ma anche un’epopea di resistenza e determinazione. Questo tipo di avventura richiede un’attenta pianificazione e preparazione, coinvolgendo non soltanto la parte fisica ma anche un forte spirito di adattamento e apertura mentale.

L’incontro con la storia

L’omaggio a Marco Polo nel settecentesimo anniversario della sua morte è stato un motivo di grande ispirazione per i ciclisti. Piazza Marco Polo, a Pechino, è stata il palcoscenico finale di un viaggio in cui i valori dell’esplorazione e della scoperta sono stati fortemente enfatizzati. La scelta di questa meta è simbolica, data l’importanza di Marco Polo come ponte tra Oriente e Occidente e la sua influenza nel favorire gli scambi culturali.

L’avvicinamento a Pechino non è stato solo un traguardo geografico, ma anche un richiamo a riflessioni più profonde su come il viaggio fisico possa rappresentare un viaggio interiore, un modo per esplorare le relazioni umane e il mondo che ci circonda.

Il riconoscimento ufficiale

Ricevimento all’ambasciata italiana

Il giorno dopo l’arrivo a Pechino, i due ciclisti sono stati invitati a un incontro ufficiale dall’ambasciatore Massimo Ambrosetti. Questo evento ha previsto un’accoglienza formale nella residenza del rappresentante diplomatico italiano, dove Fiorin e Facchinetti hanno potuto condividere aneddoti e dettagli sull’avventura intrapresa. La presenza di funzionari e rappresentanti della Municipalità di Pechino ha aggiunto un ulteriore strato di significato all’accoglienza, sottolineando l’importanza della loro impresa sia a livello culturale che diplomatico.

L’incontro ha rappresentato l’opportunità di celebrare non solo l’impresa ciclistica ma anche il legame tra le due nazioni, che affonda le radici nella storia di Marco Polo. Per i due ciclisti, il riconoscimento ricevuto non è stato solo un premio per la loro fatica, ma anche una ulteriore spinta a continuare a promuovere il valore della cultura e delle relazioni umane attraverso viaggi e incontri interculturali.

Un inno all’avventura

Fiorin e Facchinetti, all’età di 64 e 67 anni, hanno dimostrato come la passione e la determinazione possano trascendere le barriere del tempo. La loro avventura rappresenta un invito a sognare e realizzare esperienze che arricchiscono non solo il corpo, ma anche l’anima. La celebrazione del viaggio di Marco Polo e la sorprendente impresa dei due ciclisti ci ricordano che l’esplorazione continua a essere parte essenziale della nostra esistenza, un richiamo alla vita stessa e al desiderio di conoscere.

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