Ultimo aggiornamento il 23 Agosto 2024 by Giordana Bellante
Eventi recenti nella politica barese hanno portato a una serie di sviluppi controversi, culminati nella revoca della delega a Raffaele Diomede, ex assessore ai Controlli, Legalità, Trasparenza e Antimafia Sociale, da parte del sindaco Vito Leccese. Questa decisione si inserisce in un contesto di tensioni interne al Movimento 5 Stelle e di frizioni all’interno della maggioranza di centrosinistra nel Consiglio comunale.
La crisi nel Movimento 5 Stelle
Le dimissioni di Diomede
La revoca della delega a Raffaele Diomede non è stata una questione isolata, ma piuttosto il risultato di una spaccatura all’interno del Movimento 5 Stelle barese. I due consiglieri pentastellati, Antonello Delle Fontane e Italo Carelli, avevano espresso il proprio disappunto per la decisione del sindaco di nominare un tecnico esterno, in questo caso Raffaele Diomede, come assessore in quota M5s, anziché designare un membro interno al movimento stesso. Questo malcontento si era intensificato dopo le dimissioni di un’altra assessore, Carlotta Nonnis Marzano, che aveva lasciato il suo incarico a sole 24 ore dalla nomina, scatenando ulteriori polemiche su una sanità che appariva poco coesa.
Dopo la revoca, Diomede ha affidato al social media un messaggio in cui annunciava di aver rimesso il mandato nelle mani del sindaco, facendo emergere il clima di malessere che pervade le dinamiche interne del M5s. Le dichiarazioni rilasciate dai consiglieri pentastellati segnalano una crisi di identità e verificano le tensioni rispetto ai principi democratici e meritocratici del partito.
La visione di un campo largo
La visione di un campo largo, ostinatamente sostenuta da Vito Leccese, ha travalicato le prime sedute del Consiglio comunale, nelle quali le frizioni tra i vari gruppi maggioritari erano già emerse in modo netto. Gli scontri, in particolare tra PD e M5s, appaiono indicativi di un clima di sfiducia reciproca, dove la trasparenza e la piena collaborazione sono messe in discussione. È evidente come questa crisi di consenso stia richiedendo a Leccese una ristrutturazione delle alleanze al fine di garantire un governo stabile nella città.
Tensioni nel Partito Democratico
L’astensione dei consiglieri Democratici
Il Partito Democratico non è esente da difficoltà interne, che sono emerse in occasione della prima riunione dell’assise comunale, durante la quale si sarebbe dovuto votare il presidente del Consiglio. La richiesta di rinvio della votazione da parte di Leccese ha scatenato l’irritazione del capogruppo PD, Marco Bronzini, il quale ha lamentato una mancanza di condivisione nelle decisioni, sottolineando il pessimo clima di dialogo all’interno della maggioranza.
In segno di protesta, ben dieci consiglieri della maggioranza hanno scelto di astenersi dalla votazione, contribuendo a creare ulteriori fratture e tensioni. La scelta di Leccese di nominare come presidente del Consiglio Romeo Ranieri, espressione del gruppo Con e vicino al governatore Michele Emiliano, ha destato l’ira dei Democratici, che rivendicavano un ruolo centrale in questo processo di avvio dell’amministrazione.
Reazione dell’opposizione
Di fronte a questa situazione, l’opposizione, rappresentata da Fratelli d’Italia, non ha tardato ad attaccare, definendo la prima seduta del Consiglio comunale dell’era Leccese come una “sceneggiata da film tragicomico”. Gli scontri interni del PD e le lacerazioni nel M5s lasciano presagire che la stabilità dell’amministrazione di Bari potrebbe essere costantemente messa alla prova. La gestione delle frizioni è quindi cruciale per il sindaco, che si trova a dover affrontare situazioni di crisi fiscale e sociale nella città.
Sguardo al futuro
La situazione politica a Bari si preannuncia difficile e complicata. I segni di disaccordo tra i vari schieramenti rendono necessarie manovre strategiche per ricompattare la maggioranza e ristabilire un clima di collaborazione. Le mosse del sindaco Vito Leccese saranno osservate con attenzione, poiché la sua capacità di gestire le tensioni interne e trovare un equilibrio tra le diverse forze politiche sarà determinante per l’operato della giunta e il futuro della politica barese.