Ultimo aggiornamento il 11 Gennaio 2024 by Redazione
Situazione di ostaggi nelle carceri in Ecuador
Sono ancora 139 le persone tenute in ostaggio all’interno di cinque carceri in Ecuador, tra cui 125 guardie penitenziarie e 14 dipendenti amministrativi. Questo è il risultato dei disordini armati che hanno colpito il Paese. Secondo il Servizio penitenziario (Snai) di Quito, le carceri coinvolte sono quelle di Azuay, Canar, Napo, Tungurahua e Cotopaxi. Al momento, lo Snai non ha confermato la veridicità dei video che circolano sui social media, in cui si vedono esecuzioni sommarie di ostaggi in carcere.
Azioni delle forze armate ed arresti di bande criminali
L’esercito e la polizia dell’Ecuador hanno arrestato 329 membri di bande criminali e ne hanno uccisi altri cinque. Jaime Vela Eraso, capo del comando congiunto delle forze armate, ha riferito che sono state confiscate 61 armi di diverso calibro, 418 munizioni e 24 ordigni esplosivi. Inoltre, sono stati arrestati 329 terroristi e 41 persone sono state liberate dalla prigionia. Vela Eraso ha sottolineato che, dopo gli scontri con tre bande criminali armate, le forze di sicurezza sono riuscite a riportare in prigione 28 prigionieri fuggiti. È importante sottolineare che nelle carceri coinvolte negli scontri non sono stati uccisi ostaggi.
Custodia cautelare per sospetti arrestati
Un giudice ecuadoregno ha disposto la custodia cautelare per reati di terrorismo per undici dei tredici sospetti arrestati per l’irruzione nella sede dell’emittente TC Television. Gli altri due detenuti, minori, sono stati inviati in un centro minorile, sempre con l’accusa di terrorismo. I tredici fermati hanno tra i 16 ed i 26 anni di età. Secondo il generale della polizia nazionale Cesar Zapata, per il reato di terrorismo sono previste pene fino a 26 anni di reclusione, fino a 8 per i minori.
La situazione in Ecuador
La situazione della sicurezza in Ecuador è peggiorata il 7 gennaio, dopo l’evasione dal carcere del leader della banda criminale Los Choneros, soprannominato Fito. Questo evento ha scatenato rivolte in diverse carceri. Il 9 gennaio, il presidente ecuadoriano Daniel Noboa ha firmato un decreto che riconosce il “conflitto armato interno” del Paese e ha ordinato la neutralizzazione di 22 bande criminali. L’8 gennaio, Noboa ha dichiarato lo stato di emergenza nel Paese e imposto il coprifuoco.
Il messaggio del presidente Noboa
Il presidente dell’Ecuador, Daniel Noboa, ha espresso la sua fiducia nella vittoria del Paese durante questo conflitto. Ha sottolineato che il sostegno unanime del Parlamento di Quito alla legge di emergenza dimostra che “il Paese è unito”. In un videomessaggio diffuso dopo l’appoggio del Parlamento al Decreto esecutivo 111, che riconosce il conflitto armato interno e prevede l’intervento delle Forze armate per neutralizzare 22 gruppi terroristici, Noboa ha dichiarato: “Siamo convinti che usciremo vittoriosi da questo conflitto. Il sostegno dei cittadini e dei partiti politici è fondamentale per uscire dall’oscurità e avere giorni migliori per tutti. Cedere al male, mai; combattere instancabilmente, sempre. Viva l’Ecuador”.
Misure di sicurezza alla frontiera
La Colombia ha dispiegato 180 militari alla frontiera con l’Ecuador come misura di sicurezza preventiva. Questa decisione è stata presa a fronte della situazione di instabilità nel Paese vicino. Le autorità peruviane hanno dichiarato lo stato di emergenza per 60 giorni nella zona di frontiera con Ecuador e Colombia, rafforzando la presenza delle forze di polizia a seguito degli eventi in Ecuador.