L'ex ministra per le pari opportunità, Elena Bonetti, esprime la sua preoccupazione riguardo alla scarsa rappresentanza femminile nelle istituzioni italiane, sottolineando che attualmente solo una giudice costituzionale è donna. In un contesto in cui la parità di genere è un tema cruciale per il progresso sociale e politico, Bonetti invita a riflettere sull'importanza di avere più donne in posizioni di potere e decisione. La sua dichiarazione mette in luce le sfide ancora presenti nel raggiungere una vera equità di genere, evidenziando la necessità di politiche attive che promuovano la partecipazione femminile in tutti gli ambiti, dalla
Elena Bonetti, deputata del partito Azione e già ministra per le Pari opportunità, ha manifestato il suo disappunto riguardo alla nomina di Alessandra Sandulli come nuovo giudice della Corte Costituzionale. In un’intervista con l’Adnkronos, Bonetti ha riconosciuto le elevate competenze di Sandulli, ma ha anche evidenziato che è l’unica donna considerata per un incarico così significativo. “È un nome di grande valore, con un profilo professionale eccellente”, ha affermato Bonetti, sottolineando la scarsità di donne qualificate in posizioni di alto livello.
La deputata ha messo in evidenza una tendenza preoccupante che sembra accomunare i vari partiti politici italiani: la preferenza per le nomine maschili in ruoli di prestigio. “In Italia ci sono molte donne capaci, ed è deludente che l’unico aspetto in cui tutti i partiti si assomigliano sia la costante inclinazione a scegliere uomini per le posizioni di rilievo”, ha dichiarato Bonetti, evidenziando la necessità di un cambiamento culturale nelle modalità di selezione per le cariche pubbliche.
Inoltre, Bonetti ha sottolineato che la scelta di Sandulli, sebbene basata su competenze tecniche piuttosto che politiche, non dovrebbe essere vista come un’eccezione, ma piuttosto come una norma. “Il giorno in cui il numero di donne sarà predominante in seguito a un accordo politico sarà una notizia, ma non dovrebbe esserlo”, ha concluso, evidenziando l’importanza di una rappresentanza femminile equilibrata nelle istituzioni. Le sue parole si inseriscono in un dibattito più ampio sulla parità di genere e sul ruolo delle donne nella politica italiana, un tema che continua a generare interesse e discussione nel 2025.
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