Ultimo aggiornamento il 12 Gennaio 2024 by Redazione
Elezioni a Taiwan: una sfida cruciale per il destino dell’isola
Sabato 13 gennaio si terranno le elezioni a Taiwan, una piccola democrazia che si trova sotto la minaccia costante della Cina. Questo voto sarà un test importante per le tensioni tra Washington e Pechino. Secondo la Cnn, “il modo in cui la Cina risponderà alle scelte fatte dagli elettori di Taiwan sarà un test della possibilità di gestire le tensioni o di procedere verso un ulteriore scontro o conflitto”.
I candidati e il pressing di Pechino
Sono 19,3 milioni gli elettori chiamati a votare per l’elezione del nuovo presidente e il rinnovo del parlamento monocamerale. Pechino ha cercato di influenzare il voto con minacce, esercitazioni militari, campagne di disinformazione e coercizione economica, per favorire il candidato del partito nazionalista Kuomitang (Kmt), Hou Yu-Ih, e impedire la vittoria di William Lai, candidato del Partito democratico progressista (Dpp) della presidente uscente Tsai. Il terzo candidato è Ko Wen-je, ex sindaco di Taipei, che ha fondato il Partito del Popolo di Taiwan nel 2019.
La minaccia di Pechino e la reazione di Taiwan
La Cina ha intensificato la minaccia militare e ha cercato di far passare l’idea che queste elezioni siano una scelta tra guerra e rallentamento della crescita in caso di vittoria di Lai, o pace e prosperità in caso di vittoria di Hou. Il ministro degli Esteri di Taiwan, Joseph Wu, ha denunciato “un’ingerenza cinese sempre più sofisticata”. Pechino considera Taiwan una “provincia ribelle” da riunificare e il leader cinese Xi Jinping ha dichiarato che la “riunificazione” è “inevitabile”. Tuttavia, il destino di Hong Kong ha spaventato i taiwanesi, rendendo improbabile una riunificazione pacifica. Taipei ha rafforzato i suoi rapporti con gli Stati Uniti e l’Occidente, nonostante Pechino vieti il riconoscimento formale di Taiwan a chi intrattiene rapporti diplomatici con la Cina.
La posizione degli Stati Uniti
La questione di Taiwan è un punto cruciale nei rapporti tra Pechino e Washington. Gli Stati Uniti hanno rotto formalmente con Taiwan nel 1979 quando hanno riconosciuto la Cina, ma hanno mantenuto rapporti ufficiosi e l’impegno a provvedere alla sua difesa. Sia l’amministrazione Trump che quella di Biden hanno rafforzato il sostegno a Taiwan. Biden ha già annunciato l’intenzione di inviare una delegazione ufficiosa sull’isola dopo le elezioni, suscitando una protesta immediata dalla Cina.
In vista delle elezioni, la Cina ha mantenuto la pressione militare su Taiwan, inviando aerei militari, droni e navi da guerra vicino all’isola. Anche se una invasione immediata è improbabile, Pechino potrebbe reagire a una possibile vittoria di Lai con nuove esercitazioni militari, chiusure commerciali e un blocco. La comunità internazionale seguirà attentamente come si svilupperanno queste azioni e come gli Stati Uniti e i loro alleati reagiranno, considerando già le preoccupazioni per i conflitti in Ucraina e Medio Oriente.