Ultimo aggiornamento il 9 Dicembre 2023 by Redazione
Elezioni presidenziali in Egitto: un voto scontato in un contesto di tensione regionale
Le elezioni presidenziali in Egitto si terranno dal 10 al 12 dicembre, ma l’esito sembra già scontato: Abdel Fattah al-Sisi otterrà il terzo mandato come presidente. Tuttavia, il contesto in cui si svolgono le elezioni è caratterizzato da una situazione regionale ad altissima tensione, con la guerra a Gaza e migliaia di palestinesi che cercano di attraversare il valico di Rafah, e da gravi problemi interni, con il Paese in crisi economica. Secondo gli analisti, il voto sarà poco più di una formalità per al-Sisi, che si trova in una “gara” con il Qatar per la guida dei negoziati e il titolo di “difensore” dei palestinesi.
Un voto in ombra della guerra e della crisi economica
La guerra a Gaza ha oscurato le elezioni presidenziali in Egitto, facendo sì che gli egiziani mettessero momentaneamente da parte i loro problemi economici. Mentre il Cairo è tappezzato di cartelloni giganti con il volto sorridente di al-Sisi, gli attivisti all’estero considerano le elezioni come “un inutile spreco di denaro pubblico”. Gli altri tre candidati non hanno una base popolare e sono in gran parte sconosciuti al pubblico, rendendo il voto un non-evento per molti egiziani.
La causa palestinese come argomento delicato
La causa palestinese è un argomento altamente infiammabile per l’opinione pubblica egiziana e il regime deve bilanciare la fermezza nei confronti di Israele con la sua alleanza strategica con lo Stato ebraico, senza essere visto come complice delle sofferenze dei palestinesi. Al-Sisi ha fatto della crisi di Gaza il suo cavallo di battaglia, appellandosi al cessate il fuoco e denunciando la “macchina di morte” israeliana e la “punizione collettiva” inflitta agli abitanti di Gaza. Il presidente egiziano si oppone anche ai piani di sfollamento forzato dei palestinesi verso il Sinai, considerandoli una “linea rossa” per il Cairo.
La crisi economica e l’ombra della legittimità
Al-Sisi ha evitato di parlare della crisi economica senza precedenti che affligge l’Egitto, concentrandosi invece sulla crisi di Gaza per elevare il suo status a livello internazionale. Tuttavia, l’economia egiziana è in pessime condizioni, con un debito record e un’alta inflazione che ha raggiunto quasi il 40% a settembre. Questa situazione potrebbe minare la legittimità di al-Sisi se l’affluenza alle urne dovesse essere bassa, come accaduto nelle ultime due elezioni presidenziali.
Le autorità egiziane hanno cercato di dare una parvenza di democrazia, permettendo la partecipazione di altri candidati alle elezioni. Tuttavia, molti osservatori mettono in dubbio l’autenticità del processo elettorale, considerando che l’unico serio sfidante di al-Sisi, Ahmed al-Tantawy, è stato costretto a rinunciare alla sua candidatura e molti suoi sostenitori sono stati arrestati. Amnesty International ha denunciato che ai veri candidati dell’opposizione è stato impedito di competere e che le autorità egiziane hanno arrestato e interrogato almeno 196 persone a causa della loro partecipazione a proteste non autorizzate.
In conclusione, le elezioni presidenziali in Egitto sembrano essere un evento formale, con l’esito già scontato a favore di Abdel Fattah al-Sisi. Tuttavia, il contesto di tensione regionale e la crisi economica mettono in ombra il voto, che potrebbe essere considerato un non-evento dalla maggior parte degli egiziani. La legittimità di al-Sisi potrebbe essere messa in discussione se l’affluenza alle urne fosse bassa, ma il governo ha fatto di tutto per evitare questa situazione, inserendo altri candidati anche se di facciata. I risultati ufficiali saranno annunciati il 18 dicembre.