Ultimo aggiornamento il 8 Giugno 2024 by Luisa Pizzardi
Questo fine settimana, oltre 51 milioni di italiani sono chiamati alle urne per il rinnovo del Parlamento Europeo, un evento che coincide anche con le elezioni amministrative per 17 milioni di elettori e le regionali in Piemonte per 3,6 milioni di cittadini. Nonostante l’apertura regolare dei seggi alle 15 di sabato, alcune criticità hanno caratterizzato la preparazione di questa tornata elettorale, con problemi legati alla rinuncia di componenti di seggi che hanno raggiunto cifre record in alcune città.
“Problemi di Organizzazione nei Seggi: Roma, Napoli e Firenze in Difficoltà”
A Roma, l’apertura dei seggi è stata anticipata da polemiche sulla sostituzione di presidenti e presunti problemi del sistema informatico comunale per l’inserimento dei dati. Inoltre, alcuni esponenti politici hanno denunciato il mancato invio delle tessere elettorali ai neomaggiorenni. Gli uffici dell’Anagrafe sono stati presi d’assalto da chi aveva smarrito la tessera elettorale o ne chiedeva l’aggiornamento.
A Napoli, la situazione è stata ancora più critica, con 236 presidenti su 885 sezioni sostituiti, un tasso di rinuncia superiore al 26%. Questo numero è significativamente più alto rispetto alle 170 surroghe delle scorse consultazioni elettorali referendarie.
Anche Firenze ha affrontato difficoltà, con circa 900 rinunce tra gli scrutatori su un totale di 1470. A Cagliari, si è registrato un vero e proprio boom di rifiuti sia tra presidenti che scrutatori, superando anche i numeri registrati per le regionali di fine febbraio. Nonostante un appello lanciato il 5 giugno, l’amministrazione comunale è riuscita a garantire l’inizio regolare delle operazioni con chiamate last minute.
“Bari e Torino: Altre Criticità nei Seggi”
A Bari, circa 200 presidenti su 346 nominati dalla Corte di Appello hanno rinunciato all’incarico. A Torino, le defezioni sono state ventisei. Anche a Milano, la macchina elettorale è partita con qualche defezione tra i componenti delle commissioni.
Tra le cause di queste rinunce, c’è anche la retribuzione, considerata bassa, per i componenti dei seggi. presidenti di seggio ricevono 246,50 euro, mentre per segretari e scrutatori la retribuzione è di 188 euro.
Questi problemi organizzativi potrebbero influire sulle operazioni di voto, già minacciate dall’incognita astensionismo. Le operazioni di voto si completeranno domenica alle 23, chiudendo così un fine settimana intenso per la democrazia italiana.