Emergenza peste suina africana: Melegnano e comuni limitrofi in zona di sorveglianza

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Emergenza peste suina africana: Melegnano e comuni limitrofi in zona di sorveglianza - Occhioche.it

Ultimo aggiornamento il 22 Agosto 2024 by Giordana Bellante

La peste suina africana rappresenta un grave rischio per gli allevamenti di suini in Lombardia e nelle province limitrofe. Recentemente, il Comune di Melegnano e altri comuni del Sud Milano sono stati inseriti dall’ATS di Milano in una zona di sorveglianza, a seguito della scoperta di focolai. La delicata situazione sanitaria richiama l’attenzione sulla necessità di rigorosi controlli e rispetto delle normative igienico-sanitarie.

La peste suina africana: cause e diffusione

Cos’è la peste suina africana?

La peste suina africana è una malattia virale altamente contagiosa che colpisce i suini domestici e selvatici. La malattia, scoperta per la prima volta nel continente africano, ha trovato una diffusione preoccupante in Europa e, in particolare, in Italia. La PSA non ha conseguenze dirette sulla salute umana, ma rappresenta una minaccia significativa per l’industria suinicola.

Meccanismi di trasmissione

La trasmissione della malattia avviene in prevalenza tramite il contatto tra animali infetti e quelli sani, ma come sottolineato dall’assessore all’Agricoltura Alessandro Beduschi, l’uomo gioca un ruolo cruciale nel propagare l’infezione. Negligenza e violazione delle norme igieniche sono spesso all’origine dei focolai, come dimostrano i recenti casi di contagio tra Novara e Pavia, che hanno portato a indagini da parte della Magistratura.

Focolai recenti nel Pavese

La recente scoperta di due focolai nel Pavese, al confine con il milanese, ha sollecitato l’intervento dell’ATS. La situazione è particolarmente allarmante, dato che il contagio potrebbe estendersi rapidamente nei comuni circostanti, creando un effetto domino che interesserebbe la salute degli animali e la sostenibilità economica degli allevamenti.

Impatto economici e norme igienico-sanitarie

Danni economici al settore agricolo

L’impatto della peste suina africana sul settore agricolo è già stato significativo e il rischio di un ulteriore deterioramento è concreto. Attualmente, si stima che i danni provocati dalla malattia possano ammontare a decine di milioni di euro. Se la situazione dovesse deteriorarsi ulteriormente, con l’interruzione delle esportazioni dei salumi, le perdite si stima possano raggiungere i 30 miliardi di euro. Questo scenario porterebbe all’inevitabile crisi dell’intero settore agricolo.

Misure adottate per il contenimento

In risposta alla minaccia rappresentata dalla PSA, sono state rese obbligatorie misure di precauzione per tutti gli allevamenti. Ogni struttura è ora dotata di archi di disinfezione e calzari sovrascarpe, strumenti fondamentali per prevenire la diffusione del virus. Purtroppo, non tutti gli allevatori hanno rispettato rigorosamente tali prescrizioni, il che ha aggravato la situazione e ha contribuito alla diffusione della malattia.

Responsabilità e rapidità di intervento

Il ruolo degli allevatori

L’assessore Beduschi ha chiarito l’importanza della responsabilità individuale da parte degli allevatori. L’aderenza alle normative igienico-sanitarie non è solo una questione di conformità, ma un dovere morale verso l’intera comunità e il settore agricolo nel suo complesso. Le negligenze, anche se involontarie, possono avere effetti devastanti su un settore economico già provato.

L’importanza della vigilanza

La situazione richiede una vigilanza costante e l’impegno di tutti i soggetti coinvolti, dalle istituzioni agli allevatori. Solo attraverso la cooperazione e il rispetto delle norme si potrà prevenire l’estensione del contagio e proteggere un settore economico di fondamentale importanza per la Lombardia e per l’Italia intera.

L’emergenza peste suina africana rappresenta un momento critico per il Comune di Melegnano e i comuni limitrofi, ma con la giusta attenzione e azione, è possibile contenere la diffusione della malattia e proteggere la salute della filiera agricola.

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