Ultimo aggiornamento il 11 Marzo 2024 by Giordana Bellante
Nelle carceri della Sardegna, la situazione sanitaria è allarmante, con un focus particolare sul disagio psichico che colpisce una quota significativa dei detenuti. Ad esempio, nel carcere di Uta, su 630 detenuti la maggioranza presenta gravi patologie psichiatriche ma solo un psichiatra è disponibile. Il 73% dei detenuti è in terapia, evidenziando la gravità della situazione. Analoghe difficoltà si riscontrano anche a Bancali e Isili, dove la percentuale di patologie psichiatriche tocca l’80% e la carenza di assistenza sanitaria è evidente.
Denuncia della Garante regionale Irene Testa
Irene Testa, Garante regionale delle persone private della libertà, ha sollevato il problema dell’inadeguatezza delle cure all’interno delle carceri sarde. Sottolinea il totale distacco e la scarsa collaborazione tra i servizi sanitari e le direzioni carcerarie, evidenziando la carenza di personale sanitario in tutti e dieci gli istituti penitenziari della regione. Spesso, le diagnosi dei detenuti sono incomplete o assenti, mentre il disagio e le condizioni precarie dei reclusi sono visibili a occhio nudo.
Una popolazione detenuta con patologie complesse
Tra i detenuti si trovano tossicodipendenti, individui borderline, bipolari e soggetti affetti da malattie virali come l’HIV. Molti di loro avrebbero bisogno di cure più specializzate, ma le strutture territoriali fanno fatica ad assumerne la responsabilità. Testa sottolinea l’importanza di garantire a tutti, compresi i detenuti, il diritto alla salute. Chiede un intervento immediato da parte delle istituzioni responsabili per migliorare le condizioni sanitarie all’interno delle carceri sarde, sottolineando che la salute è un diritto fondamentale che non può essere trascurato.