Ultimo aggiornamento il 16 Settembre 2024 by Giordana Bellante
La situazione sociale nel Comune di Carlantino si fa sempre più grave a causa di un caso di violenza domestica che ha costretto una madre e i suoi quattro figli a cercare rifugio. Il sindaco Graziano Coscia ha sollevato l’allerta riguardo ai costi insostenibili della protezione fornita alle vittime, evidenziando l’incapacità delle istituzioni locali di far fronte a spese sempre crescenti. La denuncia del sindaco ha acceso i riflettori su un problema che tocca il cuore della comunità e mette in discussione la gestione delle emergenze sociali nel paese.
Il diritto alla protezione: il caso della famiglia di Carlantino
La vicenda ha inizio oltre un anno fa, quando una donna di Carlantino ha deciso di denunciare il marito per le minacce ricevute. A seguito della denuncia, è scattata l’attivazione delle misure previste dalla legge sul codice rosso, una normativa concepita per offrire un intervento rapido a favore delle vittime di violenza domestica. La madre e i suoi quattro figli sono stati trasferiti in una casa rifugio situata in un’altra città, per garantire loro sicurezza e protezione.
Il codice rosso ha l’obiettivo di tutelare i soggetti vulnerabili, ma in questo caso si è rivelato un’arma a doppio taglio per il Comune, che ora si trova a dover fronteggiare una situazione finanziaria precaria. Come illustrato dal sindaco Coscia, il trasferimento della famiglia comporta un costo di 375 euro al giorno, che ammonta a circa 11.250 euro al mese. Una somma che, considerato il debito accumulato di circa 200.000 euro nei confronti della casa rifugio, rischia di mettere in ginocchio le finanze comunali.
L’appello del sindaco: necessità di un intervento immediato
Con una lettera aperta rivolta a figure chiave, quali il presidente del Consiglio, il ministro della Famiglia, il ministro della Giustizia, il presidente della Regione e il prefetto, Graziano Coscia ha lanciato un appello urgente per un intervento. Il sindaco ha avvertito che se non arriveranno risposte concrete nelle prossime settimane, valuterà l’opzione di dimettersi, un atto estremo che testimonierebbe l’insostenibilità della situazione.
Il problema principale sottolineato da Coscia è l’assenza di un fondo statale per consentire ai Comuni di sostenere queste spese emergenziali. Secondo il sindaco, “non è possibile legiferare in tal senso senza garantire che gli enti comunali possano accedere a risorse adeguate”, sottolineando la necessità di una riforma che permetta ai comuni di affrontare tali emergenze senza compromettere totalmente il bilancio.
La situazione finanziaria del Comune di Carlantino
Carlantino si trova in un periodo di crisi finanziaria e ha già attivato un piano di riequilibrio finanziario stabilito dalla Corte dei conti. Le risorse per gestire il territorio sono già limitate, e l’aggravio dei costi per le misure di protezione ha creato una situazione insostenibile. La comunità si trova quindi di fronte a una scelta difficile, dove la necessità di proteggere i cittadini si scontra con l’impossibilità di garantire i fondi necessari.
La vicenda della famiglia di Carlantino ha messo in evidenza una criticità sistemica che va oltre il singolo caso: la mancanza di un approccio integrato tra stato e comuni nella gestione delle situazioni di emergenza sociale. È necessario, secondo il sindaco, un rinnovato impegno da parte delle istituzioni per creare un sistema di supporto che possa funzionare efficacemente in situazioni critiche come questa, evitando di scaricare il peso economico esclusivamente sulle spalle delle comunità locali.
La denuncia del sindaco Graziano Coscia apre la strada a una riflessione profonda sulle responsabilità delle istituzioni, sull’efficacia delle misure in atto e sulla necessità di un cambiamento significativo per proteggere le famiglie vulnerabili senza compromettere il futuro economico dei Comuni. L’attenzione sulla questione è ora rivolta agli enti preposti, i quali dovranno rispondere a questa emergenza con soluzioni pratiche e sostenibili.