l'italia nel 2025 punta su energia nucleare e fonti rinnovabili per un futuro sostenibile e a basse emissioni di carbonio
Nel 2025, l’energia nucleare torna a essere al centro del dibattito in Europa, con particolare attenzione a Spagna e Germania, dove si stanno riconsiderando le politiche energetiche. Questo articolo analizza i costi e le condizioni necessarie per un’integrazione efficace tra nucleare e fonti rinnovabili, con un focus specifico sull’Italia.
In Italia, l’attenzione verso l’energia nucleare sta crescendo, con la creazione della Newco sul nucleare, un’iniziativa che segna un passo significativo nel panorama energetico nazionale. Questa nuova società, guidata da Enel con una partecipazione del 51%, include anche Ansaldo Energia e Leonardo, rispettivamente con il 39% e il 10%. L’obiettivo primario di questa alleanza è la realizzazione di uno studio di fattibilità sulle tecnologie nucleari moderne, in particolare sugli SMR (Small Modular Reactors) e AMR (Advanced Modular Reactors), con un’attenzione futura verso la fusione nucleare.
Il contesto attuale è radicalmente diverso rispetto agli anni passati, specialmente considerando le reazioni negative espresse nei referendum del 1987 e del 2011. Oggi, la crescente domanda di energia elettrica e la necessità di un mix energetico equilibrato spingono l’Italia a riconsiderare il nucleare come una soluzione valida. Inoltre, l’industria italiana sta affrontando sfide significative a causa dei costi energetici elevati, rendendo urgente una revisione delle politiche energetiche.
Il dibattito sull’energia nucleare non è limitato all’Italia; anche in Spagna e Germania si stanno verificando cambiamenti significativi. Recentemente, la Camera dei Deputati spagnola ha approvato una mozione del Partito Popolare per estendere la vita utile delle centrali nucleari, nonostante l’opposizione dei partiti di governo, PSOE e Sumar, che avevano sostenuto la chiusura delle centrali. Questo sviluppo evidenzia un ripensamento critico delle politiche energetiche spagnole.
In Germania, le forze politiche che avevano precedentemente sostenuto l’uscita dal nucleare stanno ora riconsiderando le loro posizioni. L’energia nucleare si propone come una potenziale soluzione per affrontare le sfide energetiche attuali, suggerendo un cambiamento di rotta rispetto alle politiche di dismissione delle centrali nucleari.
In Italia, la Newco si prepara a lanciare ricerche e studi con un approccio sistemico e una visione di neutralità tecnologica. Questo è particolarmente significativo, considerando che, nonostante l’assenza di centrali nucleari attive, l’Italia detiene la seconda industria nucleare in Europa, dopo la Francia. Un potenziamento di questa filiera potrebbe avere effetti positivi sull’intero sistema economico nazionale.
Il Piano Nazionale Energia e Clima (Pniec) prevede un incremento della capacità nucleare, con l’obiettivo di raggiungere 8 GW entro il 2050. Secondo le stime, il raggiungimento dell’obiettivo di Zero Carbon potrebbe generare risparmi significativi, stimati intorno ai 17 miliardi di euro rispetto a uno scenario privo di nucleare. I costi per la costruzione degli SMR sono stimati tra 3 e 5 milioni di euro per Megawatt, rendendo questa opzione competitiva rispetto ad altre fonti energetiche.
Nonostante le critiche mosse dai detrattori del nucleare, che sostengono che i costi siano eccessivi rispetto alle rinnovabili, è importante considerare la sinergia tra le diverse fonti energetiche. Un mix energetico equilibrato non implica la sostituzione delle rinnovabili, ma piuttosto la loro integrazione con l’energia nucleare, che potrebbe ridurre la dipendenza dal gas, attualmente responsabile dei costi elevati dell’energia.
Le nuove tecnologie nucleari, come gli SMR e gli AMR, offrono vantaggi significativi rispetto alle centrali tradizionali, con costi e tempi di realizzazione ridotti. Questi reattori modulari possono operare per circa 8.000 ore all’anno e hanno una vita utile fino a 60 anni, risultando più economici rispetto alle rinnovabili, che sono soggette a variabilità. Se si analizzano i costi utilizzando il value-adjusted levelized cost of electricity (valcoe), la differenza tra nucleare e rinnovabili si riduce notevolmente, passando da 100 a 55 dollari/MWh, con previsioni di ulteriori riduzioni nei prossimi anni.
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