Europee: le nuove regole fiscali impattano su Italia, Francia e Germania in un contesto economico difficile - Occhioche.it
Le recenti norme europee riguardanti la gestione dei conti pubblici hanno imposto a diverse nazioni, fra cui Italia, Francia e Germania, un significativo percorso di correzione. L’Italia si trova ad affrontare un impegno annuale di circa 12-13 miliardi di euro per un periodo di sette anni, dando vita a una serie di riforme e investimenti indispensabili. Questo articolo analizza in dettaglio la situazione economica di ciascun paese, i rispettivi piani fiscali e le sfide economiche che dovranno affrontare.
L’Italia, grazie al Piano strutturale di bilancio recentemente approvato, prevede di diminuire il proprio deficit dal 7,2% attuale fino al 3,8% nel 2024, per poi scendere ulteriormente al 3,3% nel 2025 e al 2,8% nel 2026. Questo ambizioso piano è soggetto a scrutinio da parte del Parlamento e dovrà essere presentato a Bruxelles. L’obiettivo è quello di uscire dalla procedura di infrazione sul deficit di eccessivo, avendo come sfida principale il debito pubblico, che continua a pesare sull’economia italiana.
Secondo le ultime informazioni, il rapporto debito/PIL a fine 2023 è previsto scendere al 134,8%, un miglioramento rispetto alle stime precedenti che lo fissavano al 137,3%. Tuttavia, la discesa potrebbe stoppare nei prossimi anni. Il Governo ha dichiarato che l’andamento del debito sarà influenzato dalle compensazioni fiscali legate ai superbonus edilizi introdotti nel 2020. La riduzione del debito dovrebbe iniziare solo nel 2027, quando sarà possibile rispettare gli impegni delle nuove regole europee, che richiedono una diminuzione del debito di un punto percentuale di PIL per anno, una volta fuori dalla procedura di deficit eccessivo.
La Francia si trova anch’essa in procedura di infrazione per deficit eccessivo e ha pianificato una manovra fiscale rigorosa. Si prevede che il primo ministro Michel Barnier presenti un piano all’Assemblea nazionale a ottobre, mirato a ridurre un deficit pubblico che ha già oltrepassato le soglie previste. Le azioni che saranno intraprese riguarderanno principalmente tagli alla spesa pubblica e un aumento della pressione fiscale, con probabili incrementi delle imposte sul patrimonio e sul reddito.
Il ministro del Bilancio, Laurent Saint-Martin, ha avvertito che il deficit potrebbe superare il 6% del PIL quest’anno, lontano dal 5,1% inizialmente previsto. I rilievi del presidente della Banca di Francia, Villeroy de Galhau, mettono in evidenza la difficoltà di ridurre il deficit al di sotto del 3% entro tre anni. Il governo francese ha ottenuto una proroga fino al 31 ottobre per presentare il piano pluriennale richiesto dalle nuove norme europee, con un peso significativo che si somma al precedente piano messo in atto dall’ex ministro Bruno Maire che contemplava un risparmio di circa 10 miliardi di euro.
Gli istituti di ricerca economica tedeschi segnalano che la Germania si trova in recessione anche per il 2023, con stime di crescita corrette che prevedono una contrazione del PIL dello 0,1%. Gli scenari futuri non promettono miglioramenti immediati, con una crescita attesa dell’0,8% nel 2025 e dell’1,3% nel 2026. Questo contesto negativo è accompagnato da una bassa crescita economica e da un debito pubblico che si attesta al 63,6% del PIL.
La recessione tedesca è aggravata da cambiamenti strutturali nell’economia, come la digitalizzazione, la decarbonizzazione e il cambiamento demografico, nonché da una crescente concorrenza con le aziende cinesi. Geraldine Dany-Knedlik dell’Istituto tedesco per la ricerca economica ha sottolineato come questi fattori stiano influenzando negativamente le prospettive di crescita a lungo termine. Questo scenario di stagnazione presenta sfide significative per il governo tedesco, poiché dovrà trovare un equilibrio tra misure di austerità e investimenti necessari per stimolare la crescita economica.
Questa complessa situazione di bilancio in Italia, Francia e Germania evidenzia difficoltà condivise e le sfide che i paesi europei si trovano ad affrontare nel contesto delle nuove normative fiscali imposte dall’Unione Europea.
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