FALSO PROFILO SU X PROPAGA FAKE NEWS SUL VAIolo DELLE SCIMMIE ATTRAVERSO L’IMMAGINE DI SAMMY BASSO

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FALSO PROFILO SU X PROPAGA FAKE NEWS SUL VAIolo DELLE SCIMMIE ATTRAVERSO L'IMMAGINE DI SAMMY BASSO - Occhioche.it

Ultimo aggiornamento il 27 Agosto 2024 by Luisa Pizzardi

L’emergere di informazioni false sui social media sta causando preoccupazione nella comunità online, specialmente dopo il recente tumulto generato attorno al vaiolo delle scimmie. Su X, un presunto genitore ha condiviso un post allarmante riguardante il figlio ricoverato in terapia intensiva, accompagnato dall’uso di hashtag inappropriati. La situazione ha attirato rapidamente l’attenzione, rivelando non solo la falsità delle affermazioni ma anche l’uso improprio di un’immagine iconica di Sammy Basso, noto per la sua battaglia contro la Progeria.

la falsa narrazione della malattia

Origine del post ingannevole

Di recente, un individuo ha pubblicato su X un messaggio toccante e preoccupante dichiarando: “Lui è Marco. Mio figlio. È ricoverato in terapia intensiva dopo aver contratto il #vaiolodellescimmie, o come viene etichettato oggi #Gayolodellescimmie.” Questo post, accompagnato da una foto di un paziente in condizioni critiche, ha immediatamente sollevato sospetti tra gli utenti. La foto mostrava, tuttavia, Sammy Basso, un adolescente noto per la sua rara malattia genetica, la Progeria.

L’immagine e il caso di Sammy Basso

L’immagine utilizzata nel post si riferisce a un momento significativo nella vita di Sammy Basso, risalente al 2019, dopo un complicato intervento chirurgico al cuore. Questo evento, che ha rappresentato un passo avanti nelle cure per la Progeria, ha reso Sammy un simbolo di speranza e resilienza per molti. La mancanza di accuratezza e sensibilità in questo contesto ha suscitato una condanna immediata da parte degli utenti di social media, amplificando il dibattito e la necessità di verificare le informazioni diffuse online.

la reazione della comunità online

Sdegno e segnalazioni

La reazione al post è stata rapida e furiosa. Gli utenti di X hanno prontamente riconosciuto la foto di Sammy Basso e hanno iniziato una campagna di segnalazione nei confronti del presunto genitore. I commenti di indignazione si sono diffusi rapidamente, con alcuni utenti che esprimevano il desiderio di azioni legali nei confronti dell’autore del post. La situazione ha suscitato un forte dibattito sulla responsabilità dei singoli nell’era delle fake news, in particolare su piattaforme social.

L’importanza della verità

Molti utenti hanno ritenuto fondamentale chiarire la verità dietro la foto, aggiungendo note informative sul social media, spiegando che non si trattava del figlio di un genitore, ma di Sammy Basso. Sottolineando che l’intento dell’autore era soltanto quello di denigrare la comunità LGBTQIA+ usando informazioni errate, questi interventi hanno reso chiara l’importanza della verità e della rappresentazione corretta di malattie e persone vulnerabili.

l’esito della controversia

Rimozione del post e conseguenze

Dopo un’intensa ondata di segnalazioni e tweet indignati, il post originale è stato rimosso dall’autore, Gioele Levi, noto anche come Erminia Ottoneh. I follower hanno notato che questa figura era chiaramente un troll, una pratica che si è rivelata dannosa non solo per Sammy Basso, ma per la comunità in generale, alimentando il rischio di stigmatizzazione e disinformazione. Questo episodio dimostra quanto possano essere dannose le fake news e il modo in cui le immagini e le storie possono essere distorte per scopi personali o provocatori.

L’importanza dell’educazione digitale

Questo caso sottolinea l’importanza di un’educazione digitale efficace, che includa il riconoscimento delle notizie false e delle tecniche di disinformazione. La responsabilità sociale di informarsi e verificare le fonti è diventata imprescindibile, specialmente in un’epoca in cui i social media svolgono un ruolo cruciale nell’influenzare le opinioni pubbliche. La comunità online ha dimostrato un forte senso di responsabilità, ma è necessario continuare a promuovere una cultura di verifica e consapevolezza per contrastare le narrazioni dannose.

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