Ferragni multata per pubblicità ingannevole sul pandoro: Lucarelli indignata - avvisatore.it
L’Antitrust ha inflitto una maxi multa a Chiara Ferragni e all’azienda di dolci Balocco per una pratica commerciale scorretta legata a un’operazione di beneficienza. L’anno scorso, questa iniziativa aveva suscitato molte polemiche, con la giornalista Selvaggia Lucarelli che aveva sollevato dubbi sulla trasparenza dell’operazione. Ora, l’Antitrust ha multato le società riconducibili a Chiara Ferragni con 1 milione di euro e Balocco con 420 mila euro.
Secondo l’Antitrust, le società coinvolte hanno ingannato i consumatori facendo loro credere che acquistando il pandoro “griffato” Ferragni avrebbero contribuito a una donazione all’Ospedale Regina Margherita di Torino. In realtà, la donazione di 50 mila euro era già stata effettuata da Balocco mesi prima. Le società legate a Chiara Ferragni hanno incassato oltre 1 milione di euro grazie a questa iniziativa.
L’Antitrust ha avviato un’istruttoria lo scorso luglio per fare luce sulla vicenda. Le società Fenice S.r.l. e TBS Crew S.r.l., che gestiscono i marchi e i diritti legati alla personalità di Chiara Ferragni, sono state multate rispettivamente con 400 mila euro e 675 mila euro. Balocco S.p.A. Industria Dolciaria ha ricevuto una multa di 420 mila euro. Le sanzioni sono state comminate per la pratica commerciale scorretta legata al pandoro “griffato” Ferragni, che lasciava intendere una donazione all’ospedale, ma che in realtà era già stata effettuata mesi prima.
Chiara Ferragni non ha ancora commentato la vicenda, mentre su Instagram sta ricevendo molte critiche da parte degli utenti. Selvaggia Lucarelli ha espresso la sua dura opinione sulla questione, sottolineando la differenza tra beneficienza e operazione commerciale mascherata da beneficienza. Ha definito l’uso della parola beneficenza in questo contesto come “particolarmente odioso” perché coinvolgeva bambini malati e gli ospedali che li curano.
La vicenda delle multe inflitte dall’Antitrust a Chiara Ferragni e a Balocco per la pratica commerciale scorretta legata all’operazione di beneficienza ha suscitato molte polemiche e critiche. Ora spetta alle società coinvolte decidere se agire per tutelare i propri diritti.
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