Flavio Briatore contro la tradizione: la pizza napoletana descritta come “un chewing gum”

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Flavio Briatore contro la tradizione: la pizza napoletana descritta come "un chewing gum" - Occhioche.it

Ultimo aggiornamento il 12 Settembre 2024 by Luisa Pizzardi

L’apertura di Crazy Pizza a Napoli ha sollevato un acceso dibattito sul significato e il valore della pizza, un simbolo della cultura gastronomica partenopea. Flavio Briatore, il noto imprenditore, ha attirato l’attenzione con le sue dichiarazioni provocatorie, definendo la pizza tradizionale napoletana come “un chewing gum”. A soli pochi giorni dal lancio del suo locale, avvenuto in una delle città più significative per la storia della pizza, le parole di Briatore hanno suscitato reazioni contrastanti, non solo nei media ma anche tra i ristoratori locali e i buongustai.

Il lancio di Crazy Pizza a Napoli

Un ingresso controverso

Crazy Pizza, il nuovo ristorante di Flavio Briatore, ha inaugurato il suo servizio nel cuore di Napoli, una città che si vanta di essere la patria della pizza. Con un prezzo base di 17 euro per una pizza margherita, il locale promette un’esperienza gastronomica diversa, ma già le prime dichiarazioni dell’imprenditore hanno acceso il dibattito sulla rivisitazione della tradizione culinaria. Briatore sostiene che la pizza non sia esclusiva dei napoletani e che non debba esser considerata un bene locale, ma un patrimonio universale che merita di essere valorizzato e portato oltre i confini nazionali.

Le dichiarazioni di Briatore

In un’intervista rilasciata a La Zanzara, Briatore ha affermato che “la pizza non è solo per i napoletani” e ha criticato il modo in cui, a suo avviso, la pizza è stata ignorata come brand. Le sue critiche si sono rivolte non solo al panorama gastronomico locale, ma anche alla percezione globale della pizza italiana. Ha affermato che il settore presenta ben poche pizzerie di riferimento, rispetto al potenziale che potrebbe essere espresso. In effetti, lo chef ha notato come siano diversi i tipi di pizza e ha sottolineato la preferenza per una pizza più sottile, contrapposta a quella tradizionale napoletana, che ha descritto come poco attraente.

La risposta degli esperti

Le critiche alla mancanza di conoscenza

La reazione di esperti e chef locali non si è fatta attendere. Tra i vari commenti, quella dello chef Guido Mori ha colpito particolarmente. Mori ha messo in evidenza che il termine “cordone”, usato da Briatore per descrivere il cornicione della pizza napoletana, è errato. Secondo lui, il manager dimostra una netta ignoranza riguardo le differenze tra le varietà di pizza e l’autenticità delle tradizioni culinarie del sud Italia. Lo chef ha anche insinuato che il pubblico di Crazy Pizza potrebbe essere attratto più dalla rappresentazione del lusso e del prestigio piuttosto che dalla reale qualità dei piatti offerti.

Il valore del marchio pizza

Il dibattito si estende anche all’importanza della consistenza del marchio pizza napoletana nel panorama gastronomico mondiale. Varie pizzerie napoletane hanno già raggiunto notorietà all’estero, sia in termini di riconoscimenti che di espansione in mercati internazionali. La popolarità della pizza napoletana è infatti cresciuta anche grazie al riconoscimento UNESCO, un passo fondamentale per la valorizzazione di un alimento che rappresenta non solo un piatto ma anche un patrimonio culturale. Con l’arrivo di Crazy Pizza, l’opinione di Briatore sembra voler sfidare queste affermazioni, mettendo in discussione l’autorità delle pizzerie tradizionali.

Il futuro della pizza e la tradizione napoletana

Un patrimonio in evoluzione

La pizza rappresenta non solo un alimento, ma un simbolo culturale intriso di tradizione e identità regionale. La sfida proposta da Briatore spinge le pizzerie napoletane a difendere non solo il loro prodotto, ma anche la storia e le tecniche che lo accompagnano. Con l’entrata in scena di nuovi modelli imprenditoriali, come Crazy Pizza, si presenta un dilemma cruciale: come mantenere la tradizione viva mentre si esplorano nuove vie di innovazione? Gli amanti della pizza napoletana non possono fare a meno di domandarsi come queste correnti contrapposte influenzeranno la percezione e l’evoluzione futura di questo piatto iconico.

Le sfide nell’industria della pizza

La pizza napoletana, già sotto i riflettori per la sua autenticità, trova ora un rivale nel marchio di Briatore. Questo scenario porta inevitabilmente a interrogarsi sul rapporto tra tradizione e modernità, un dilemma che si presenta in molti aspetti della cucina contemporanea. Mentre alcuni accoglieranno il cambiamento e l’adattamento della pizza a nuovi mercati, altri rimarranno ancorati alla tradizione e alla qualità artigianale che differenti le pizzerie storiche napoletane. La concorrenza sprigiona creatività, riflettendo un panorama gastronomico in evoluzione, dove ogni rappresentante, nuova o tradizionale, ha la possibilità di lasciare un segno indelebile.

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