"Föa": il cortometraggio di Margherita Ferrari in corsa per gli Student Academy Awards - Occhioche.it
Il cortometraggio “Föa“, diretta dalla giovane regista Margherita Ferrari, è tra i sette finalisti della sezione fiction degli Student Academy Awards. Questo prestigioso concorso è considerato un trampolino di lancio per i cineasti emergenti, con i vincitori che avranno l’opportunità di competere per un Oscar. La semplicità del titolo, che significa “favola” in dialetto genovese, nasconde una storia densa di significato, ambientata nel contesto del tumultuoso G8 di Genova, un evento che ha lasciato un segno indelebile nella memoria collettiva.
Il cortometraggio “Föa” affronta un tema complesso e delicato, riportando alla luce ciò che accadde a Genova nel 2001. Margherita Ferrari, parlando del suo lavoro, sottolinea come il G8 rappresenti un momento fondamentale nella storia recente, un “spartiacque” tra un’epoca di speranza e la realtà attuale. Attraverso una narrazione che si sviluppa su un periodo di crisi personale e sociale, la regista invita a riflettere su un mondo che si credeva potesse cambiare e sulla disillusione che ne è seguita.
Ferrari ricorda i suoi sentimenti giovanili durante quelle giornate tumultuose, un ricordo che ha risvegliato in lei una necessità di espressione artistica. “Tutti si ricordano dov’erano in quei giorni,” afferma la regista. “Era un momento in cui si credeva in un altro mondo possibile, che è stato poi represso.” L’intreccio di memoria personale e contesto sociale rende il cortometraggio un’opera di grande richiamo, capace di colpire non solo il pubblico, ma anche una giuria composta da esperti del settore cinematografico.
La storia segue Nicole, interpretata da Anna Ferraioli Ravel, una donna incinta che si trova a vivere un’isolamento forzato durante le proteste. La sua vita viene stravolta dall’incontro casuale con una ragazza che sembra condividere la sua solitudine. Questo incontro diventa il punto di partenza per una convivenza imprevista con un gruppo di manifestanti. “Aprire la porta è un gesto di incoscienza,” sottolinea la Ferrari, “perché porta con sé una carica di eventi che cambieranno per sempre il suo modo di vedere le cose.”
L’interazione tra Nicole e i nuovi arrivati rappresenta un conflitto tra individualità e collettività, un tema centrale nel cortometraggio. I personaggi, pur partendo da posizioni differenti, trovano un terreno comune dove riunirsi e riflettere sul futuro, rappresentato simbolicamente come un piccolo germe di speranza in un contesto altrimenti cupo.
“Föa” non è solo il risultato della visione di una singola persona, ma un progetto frutto di una sinergia di talenti. Margherita Ferrari sottolinea l’importanza del lavoro di squadra nella realizzazione del cortometraggio, un principio fondante del cinema stesso. “Se per me questo non fosse stato fondamentale, avrei preso una tela e avrei lavorato da sola,” afferma la regista.
Con il supporto di un team di studenti del Centro Sperimentale di Cinematografia di Roma, il cortometraggio è stato realizzato con un’attenzione ai dettagli che riflette la passione e la dedizione di tutti i membri coinvolti. La sceneggiatura, scritta in collaborazione con Anita Della Cioppa e Veronica Pensierini, ha visto la luce da un’idea iniziale che si è evoluta grazie a un dialogo continuo e costruttivo.
La direzione della fotografia a cura di Filippo Mariano, il montaggio firmato da Blanka Nádai e il sound design realizzato da Gabriele Costabile hanno contribuito a creare un’opera coesa ed evocativa, capace di trasmettere l’intensità emotiva della storia raccontata.
Con la partecipazione agli Student Academy Awards, il cortometraggio “Föa” ha già raggiunto un’importante visibilità, che potrebbe aprire nuove opportunità per Ferrari e il suo team. La regista, guardando avanti, si sta già preparando a nuove sfide lavorative, collaborando con piccole produzioni e dedicandosi a progetti documentaristici. “Sebbene il documentario sia una grande scuola di sguardo, la narrazione di storie è ciò che mi appassiona di più,” dichiara.
A soli 26 anni, Ferrari ha già dimostrato di possedere un talento naturale e un approccio originale alla regia, sviluppato sin da bambina. La sua passione, accesa guardando i film in VHS, le ha permesso di esplorare il mondo della settima arte in modo unico. “Un giorno, ho inserito una cassetta di Duel di Spielberg e ho visto il film senza audio. Quella esperienza mi ha fatto capire che il mio interesse era più per il mestiere del regista che per il solo godimento dei film.”
Con queste premesse, il futuro per Margherita Ferrari e per “Föa” appare luminoso e ricco di opportunità, mentre il cortometraggio continua a ricevere riconoscimenti e attenzione, dimostrando il potere del cinema come strumento di riflessione e cambiamento.
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