Ultimo aggiornamento il 13 Febbraio 2025 by Giordana Bellante
Oggi, 10 febbraio 2025, si celebra il Giorno del Ricordo, una giornata dedicata alla memoria delle vittime delle foibe e all’esodo delle popolazioni giuliano-dalmate. Questa ricorrenza, istituita nel 2004, rappresenta un momento cruciale per riflettere su un capitolo doloroso della storia italiana. Durante la cerimonia tenutasi al Quirinale, il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha sottolineato l’importanza della memoria storica come fondamento della vita di ogni comunità. Ha affermato che ogni ingiustizia e ogni sacrificio devono essere ricordati, evidenziando come termini come “foiba” siano stati a lungo sinonimi di silenzio e occultamento della verità. Mattarella ha insistito sulla necessità di preservare e onorare la memoria delle vittime, avvertendo che la memoria non deve essere strumentalizzata per riaccendere divisioni o rancori.
Il messaggio di Sergio Mattarella
Nel suo intervento, Sergio Mattarella ha ascoltato le testimonianze di Egea Haffner e Giulio Marongiu, due sopravvissuti che hanno vissuto in prima persona le atrocità di quel periodo. Il presidente ha espresso gratitudine nei loro confronti, sottolineando come le loro parole rappresentino un forte richiamo alla pacificazione e alla riconciliazione. Ha ricordato che, dopo l’oppressione fascista e l’occupazione nazista, la dittatura comunista di Tito ha portato a una violenza sistematica contro gli italiani nelle zone del confine orientale. Le foibe, ha dichiarato, sono il simbolo più tragico di una stagione segnata da uccisioni, torture e sparizioni. Mattarella ha messo in guardia contro qualsiasi tentativo di minimizzare o giustificare questi eventi, affermando che la memoria delle vittime deve rimanere intatta e rispettata.
Il presidente ha descritto il drammatico dilemma affrontato dagli italiani di Istria, Dalmazia e Fiume, costretti a scegliere tra l’assimilazione e l’abbandono delle proprie radici o l’emigrazione, perdendo tutto ciò che avevano. La maggior parte ha scelto di non rinunciare alla propria identità, portando con sé solo pochi beni e intraprendendo un esodo che ha visto circa trecentomila persone lasciare le loro terre. Mattarella ha evidenziato che, sebbene ci siano stati atti di solidarietà, l’accoglienza in Italia non è stata sempre all’altezza delle aspettative, e la tragedia degli esuli è stata spesso sottovalutata. Ha concluso il suo intervento affermando che l’istituzione del Giorno del Ricordo ha contribuito a riportare alla luce un capitolo tragico e trascurato della storia italiana.
Le parole di Giorgia Meloni
Il presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, ha condiviso il suo pensiero sulla giornata attraverso un post sui social, definendo il Giorno del Ricordo come una “pagina dolorosa della nostra storia per troppo tempo dimenticata”. Ha ribadito che ricordare è un dovere di verità e giustizia, fondamentale per onorare chi ha sofferto e per trasmettere questa memoria alle nuove generazioni. Meloni ha pubblicato anche un video della sua visita alla Foiba di Basovizza, avvenuta lo scorso anno, per sottolineare l’importanza di mantenere viva la memoria di questi eventi.
Nel suo messaggio, la premier ha affermato che “ricordare significa riportare al cuore” le storie di centinaia di migliaia di persone, restituendo loro la dignità che meritano. Ha enfatizzato il valore della memoria dei martiri delle foibe e ha rinnovato l’impegno a raccontare le esperienze di fiumani, istriani e dalmati alle giovani generazioni. Meloni ha concluso il suo intervento sottolineando che la storia di queste persone appartiene all’intera Nazione, e che nessun tentativo di negazione potrà mai cancellare il loro ricordo.
Omaggi della politica
Anche il presidente della Camera dei Deputati, Lorenzo Fontana, ha reso omaggio alle vittime delle foibe, sottolineando che ricordare significa onorare coloro che hanno subito ingiustizie sotto la dittatura comunista. Ha evidenziato come la memoria di questi eventi tragici rappresenti un dovere collettivo, necessario per il presente e il futuro. Fontana ha espresso gratitudine a chi ha mantenuto vivo il ricordo di queste vicende, assicurando che la storia delle vittime non sarà mai dimenticata.
Il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, ha dichiarato che commemorare le vittime delle foibe è un dovere morale e istituzionale. Ha sottolineato che questa giornata non è solo un momento di memoria, ma un impegno a preservare la verità storica. Piantedosi ha elogiato la resilienza degli esuli, che hanno ricostruito le loro vite senza mai rinunciare alla propria identità, trasformando il dolore in una testimonianza di speranza.
Infine, il ministro per le Riforme, Maria Elisabetta Alberti Casellati, ha ricordato che le foibe rappresentano una pagina buia della storia italiana. Ha sottolineato l’importanza della memoria come patrimonio indispensabile per mantenere il legame con il passato, affermando che ricordare è un dovere collettivo che deve unire tutti nel rispetto della verità e della dignità delle vittime. Il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, ha aggiunto che il ricordo delle vittime delle foibe deve servire da monito contro la crudeltà della guerra e le ideologie totalitarie che hanno causato sofferenze in passato.