Ultimo aggiornamento il 20 Aprile 2024 by Giordana Bellante
Introduzione
La lotta per la giustizia climatica prosegue senza sosta, con Fridays for Future che guida lo sciopero globale in una manifestazione cittadina a Milano. Insieme alle realtà palestinesi e ai lavoratori dell’ex GKN, gli attivisti hanno marciato per le strade della città, nonostante gli ostacoli imposti dalle autorità cittadine. Questa manifestazione ha evidenziato la connessione tra giustizia climatica e sociale, sottolineando l’importanza della libertà e dell’autodeterminazione del popolo palestinese e di tutte le popolazioni oppresse nel mondo.
Le Difficoltà Imposte dall’Amministrazione di Milano
Gli organizzatori della manifestazione hanno denunciato le difficoltà imposte dall’amministrazione del sindaco Sala. Nonostante l’immagine “verde” che l’amministrazione cerca di proiettare, i percorsi delle manifestazioni ecologiste sono stati modificati, relegando i manifestanti a strade strette e lontane dal centro della città. Questa decisione, secondo gli attivisti di Fridays for Future, è stata presa per non disturbare l’immagine di Milano come città dell’apparenza e degli interessi economici.
La Lotta per il Clima e la Solidarietà Palestinese
Nonostante le difficoltà, gli attivisti hanno marciato per sottolineare l’importanza di coinvolgere i lavoratori nella transizione ecologica e per evidenziare la connessione tra giustizia climatica e sociale. La manifestazione ha visto la partecipazione delle realtà palestinesi di Milano, con l’obiettivo di dimostrare che la lotta per il clima non può avere successo senza la libertà e l’autodeterminazione del popolo palestinese. Gli attivisti hanno fatto riferimento alla situazione in Palestina, dove la colonizzazione ha portato alla distruzione di più di 800.000 ulivi e altri alberi da frutto locali, sostituiti da colture intensive e occidentali che danneggiano il suolo e richiedono l’impiego di molta acqua.
La Necessità di una Transizione Ecologica Democratica
La mobilitazione di oggi ha portato anche delle proposte concrete. Durante il corteo, è stato ribadito quanto espresso nel primo report della campagna “Lavori Climatici”: è necessaria una transizione ecologica a pianificazione democratica, in cui ci sia una democratizzazione anche del lavoro stesso. Gli attivisti ritengono che sia urgente una riconversione industriale che produca i beni e servizi chiave per decarbonizzare i settori a più alte emissioni e realizzare la giustizia sociale.
Inoltre, Martina Comparelli di Fridays for Future ha sottolineato l’impatto climatico dei recenti bombardamenti in Palestina, che stanno causando non solo la perdita di vite umane, ma anche un grave danno all’ambiente. Secondo Comparelli, l’impatto degli attacchi di Israele da ottobre 2023 a gennaio 2024 è equivalente alla combustione di 150.000 tonnellate di carbone, una cifra che evidenzia l’urgenza di porre fine al “genocidio e all’ecocidio” in Palestina.
Fridays for Future continua quindi a lottare per la giustizia climatica, sottolineando l’importanza di una transizione ecologica democratica e inclusiva, che tenga conto non solo delle esigenze ambientali, ma anche di quelle sociali e lavorative. La solidarietà con il popolo palestinese e con tutte le popolazioni oppresse nel mondo rimane un elemento centrale di questa lotta, dimostrando che la giustizia climatica e sociale sono due facce della stessa medaglia.