Frode fiscale a Messina: sequestrati beni per 1,7 milioni di euro in seguito a indagini su indebita percezione di bonus edilizi

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Frode fiscale a Messina: sequestrati beni per 1,7 milioni di euro in seguito a indagini su indebita percezione di bonus edilizi - Occhioche.it

Ultimo aggiornamento il 5 Giugno 2024 by Francesca Monti

Un’inchiesta coordinata dalla Procura di Barcellona Pozzo di Gotto ha portato al sequestro di beni per un valore di 1,7 milioni di euro da parte dei militari del comando provinciale della Guardia di Finanza di Messina. ‘indagine si è concentrata sulla presunta indebita percezione di bonus edilizi, e il provvedimento, emesso dal gip, è stato eseguito nei confronti di quattro persone fisiche e di un istituto di credito.

Secondo la ricostruzione della Procura, le indagini avrebbero rivelato “un sistema fraudolento ideato per lucrare sui benefici fiscali“. Gli accertamenti sono iniziati a seguito dell’approfondimento di alcune anomale movimentazioni di denaro, consistenti in giroconti bancari disposti dagli indagati a favore di conti correnti esteri loro riconducibili, adducendo quale causale dell’operazione “accredito per cessione crediti d’imposta“.

“Flussi finanziari ingenti e illegittimi: il ruolo dell’istituto di credito”

finanzieri della compagnia della Guardia di Finanza di Milazzo hanno riscontrato come gli ingenti flussi finanziari, ammontanti a oltre 800.000 euro, provenissero da un istituto di credito che aveva monetizzato ad alcuni contribuenti i crediti delle agevolazioni fiscali riconducibili ai cosiddetti ‘ecobonus – sismabonus – bonus facciate – bonus recupero patrimonio edilizio’, ceduti tramite la piattaforma denominata “cessione crediti” dell’Agenzia delle entrate.

Le indagini hanno inoltre rivelato la presenza di “ingenti crediti, ottenuti dall’inserimento nei sistemi informatici di mendaci dichiarazioni, appositamente predisposte dagli indagati al solo scopo di ottenere i vantaggi fiscali messi a disposizione dallo Stato per la ristrutturazione del patrimonio edilizio“. Le Fiamme gialle hanno accertato che i richiedenti non avevano “appaltato ad alcuna ditta i lavori di manutenzione né, tanto meno, ricevuto alcuna fattura corrispondente agli importi autocertificati nelle istanze“, che “non c’era traccia di alcuna obbligatoria comunicazione di inizio lavori” e che “gli indagati non risultavano neanche proprietari degli immobili o conduttori, a qualunque titolo“.

“Creditii fittizi e frazionamenti illeciti: l’elusione della normativa antiriciclaggio”

Secondo la Procura, “i fittizi crediti fiscali così artatamente creati, quindi, venivano ceduti dagli indagati a un istituto creditizio, per la successiva monetizzazione, arrivando persino a frazionare l’ammontare complessivo, attraverso più cessioni, con l’intento di eludere la normativa antiriciclaggio“. ‘inchiesta prosegue per fare luce su ulteriori dettagli e per individuare eventuali altri soggetti coinvolti nella frode fiscale. ‘operazione della Guardia di Finanza dimostra ancora una volta l’impegno costante delle forze dell’ordine nella lotta contro le frodi fiscali e nell’individuazione di sistemi illeciti ideati per lucrare indebitamente sui benefici fiscali previsti dalla legge.

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