Ultimo aggiornamento il 28 Agosto 2024 by Giordana Bellante
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La situazione dei ghiacciai in Lombardia è diventata sempre più allarmante, con conseguenze dirette sull’ambiente e sul clima. Negli ultimi anni si è registrata una perdita media di superficie ghiacciata equivalente a circa 220 campi da calcio ogni anno. Secondo Riccardo Scotti, responsabile scientifico del servizio glaciologico lombardo, l’aumento delle temperature sta accentuando questa crisi, rendendo difficile per i ghiacciai ritirarsi a quote più elevate.
Diminuzione della superficie dei ghiacciai
Dati recenti e tendenze storiche
Nel 1990, la Lombardia vantava una superficie di ghiacciai di circa 118 km². Recenti rilevamenti del 2019 hanno mostrato una drammatica diminuzione a soli 73 km², traducendosi in una riduzione totale del 38%. Scotti anticipa ulteriori aggiornamenti, che potrebbero portare la riduzione oltre il 40%. Questi dati evidenziano come la situazione stia rapidamente deteriorandosi, nonostante alcune condizioni meteorologiche favorevoli di recente.
Accumuli nevosi in aumento
Dati raccolti da Arpa Lombardia tra maggio e giugno hanno evidenziato valori di accumulo nevoso compresi tra 40 e 20 metri sui bacini glaciali. Tali risultati sono superiori alla media, rendendo la stagione invernale appena trascorsa una delle migliori degli ultimi dieci anni per l’accumulo di neve. Scotti afferma che quest’anno si registrano accumuli nevosi eccezionalmente alti, fino al 74% in più rispetto agli anni precedenti, segnando la seconda migliore stagione di accumulo degli ultimi venti anni.
Crisi climatica e fusione estiva
Un bilancio allarmante
Nonostante i dati ottimistici sull’accumulo nevoso, esiste una seria preoccupazione per la fusione estiva dei ghiacciai. Scotti nota che, anche in un anno particolarmente positivo, il risultato finale potrebbe non essere sufficiente a garantire un bilancio equilibrato. Confrontando la situazione attuale con quella di venti anni fa, il geologo avverte che un bilancio di pareggio è, in realtà, un campanello d’allarme piuttosto che un successo.
Ghiacciaio dei Forni e Adamello
Il ghiacciaio dei Forni, secondo quanto riportato da Legambiente mediante la campagna “Carovana dei Ghiacciai 2024”, sta sperimentando una fusione che si registra tra 4 e 8 centimetri al giorno, a un’altitudine di circa 2600-2650 metri. Anche il ghiacciaio dell’Adamello mostra una situazione critica, nonostante sia il più esteso d’Italia con oltre 13 km². Scotti sottolinea che l’Adamello, a causa della sua posizione a basse quote, non riesce a mantenere la neve durante le estati calde.
Aspettative future e impatti sul territorio
Le sfide del prossimo settembre
Secondo Scotti, il mese di settembre sarà cruciale per valutare l’efficacia degli accumuli nevosi primaverili. Sebbene le condizioni della neve primaverile possano aver tamponato temporaneamente la situazione, le temperature estive elevate rappresentano una seria minaccia per i ghiacciai della regione. Esiste il rischio di incorrere in una stagione negativa, malgrado i buoni presupposti iniziali di quest’anno.
Riflessioni sul futuro ambientale
La continua fusione e la diminuzione dei ghiacciai lombardi non solo influenzano l’ecosistema locale, ma hanno anche ripercussioni su attività economiche legate al turismo e alla fauna selvatica. La perdita di massi ghiacciati impatta, inoltre, i corsi d’acqua locali, con implicazioni potenzialmente devastanti per l’approvvigionamento idrico della regione. La situazione rimane sotto osservazione e il monitoraggio scientifico continua a essere fondamentale per comprendere e rispondere a queste sfide ambientali in rapido cambiamento.