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Gli effetti della siccità e delle piogge abbondanti sull’ortofrutta italiana: un settore a rischio

La situazione climatica in Italia presenta ormai un evidente dualismo: mentre il Nord del Paese è colpito da piogge abbondanti, il Sud e le Isole affrontano una severa siccità. Questa disparità ha serie ripercussioni sulla produzione italiana di ortofrutta, un settore che vanta un valore superiore ai 16 miliardi di euro e rappresenta circa il 25% dell’intera produzione agricola nazionale. La crescente instabilità climatica sta influenzando negativamente la qualità e la quantità dei prodotti, accendendo un campanello d’allarme per le coltivazioni.

Le conseguenze climatiche sul territorio

Siccità e crisi idrica nel Sud e nelle Isole

Le regioni del Sud e delle Isole italiane si trovano ad affrontare una crisi idrica senza precedenti, con la siccità che sta mettendo in ginocchio le aziende agricole. In particolare, la Sicilia, uno dei motori della frutticoltura italiana, sta subendo danni considerevoli. Molti frutteti hanno già abbandonato l’attività a causa della scarsità d’acqua, compromettendo la produzione di frutta di alta qualità. Situazioni analoghe si registrano anche in Sardegna e in Puglia, dove la mancanza di precipitazioni ha creato un ambiente ostile per le colture di frutta.

Impatti della pioggia al Nord

Al contrario, le regioni del Nord, seppur beneficiate da abbondanti piogge, non sono esenti da problematiche. Frequenti precipitazioni, oltre a destabilizzare il terreno, favoriscono la proliferazione di malattie fungine e parassitarie, che minacciano le coltivazioni. In Piemonte, ad esempio, si sono registrati focolai di virus sharka su pesche e nettine, mentre in Emilia-Romagna si segnala una grave infestazione di monilia, che colpisce tutte le drupacee. Tale diffusione è accentuata dall’eccesso di umidità, particolarmente marcato nel Ravennate.

La produzione di frutta italiana sotto pressione

Diminuzione della qualità e della varietà

Il cambiamento climatico non solo colpisce la quantità della produzione di frutta, ma ne compromette anche la qualità. Le condizioni atmosferiche avverse influiscono sul calibro e sulla conservabilità dei prodotti, rendendoli meno appetibili sia per i consumatori sia per i distributori. Ad esempio, la campagna delle ciliegie in Veneto ha subito danni ingenti a causa del fenomeno del cracking, che ha colpito l’80% della produzione precoce. Gli agricoltori, già in difficoltà per i cambiamenti climatici, si trovano a dover affrontare ulteriori sfide nel mantenere gli standard qualitativi richiesti dal mercato.

Affrontare le fitopatie

Un altro aspetto critico è la diffusione di fitopatie che, in un contesto di condizioni climatiche estreme, si sono amplificate. I produttori devono fare i conti con malattie devastanti che minacciano le coltivazioni, costringendo a investimenti significativi in trattamenti e tecniche agronomiche più sofisticate. La difficoltà di affrontare queste malattie è un ulteriore fattore che incide sulla redditività delle aziende agricole, già provate da turnazioni e tecniche di coltivazione sempre più complesse.

Il mercato della frutta e le sfide economiche

Flessione dei consumi e potere d’acquisto

Oltre alle problematiche di produzione, il settore frutticolo si trova ad affrontare una preoccupante flessione dei consumi di frutta estiva rispetto agli anni precedenti. Il presidente della Federazione nazionale Frutticoltura di Confagricoltura, Michele Ponso, sottolinea che “il clima freddo al Nord ha ritardato gli acquisti di frutta”, accanto a un’erosione del potere d’acquisto da parte delle famiglie italiane. Questo scenario ha portato a un abbassamento della domanda e, di conseguenza, a prezzi sempre più competitivi, che mettono a rischio la sostenibilità delle aziende agricole nazionali.

La concorrenza straniera

Complicando ulteriormente il panorama, il settore deve affrontare una crescente concorrenza da parte di prodotti esteri a prezzi molto più competitivi. Questo flusso di frutta a basso costo, venduto nei supermercati e nelle catene della grande distribuzione, sottrae spazio ai prodotti locali, rendendo difficile la posizione del settore ortofrutticolo italiano. Immergersi in questo contesto di concorrenza internazionale richiede strategie innovative e concertate che consentano ai produttori italiani di restare competitivi senza compromettere la qualità e l’autenticità dei loro prodotti.

Luisa Pizzardi

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