Herpes zoster: falsi miti e lacune, 2 su 10 non informati - avvisatore.it
Secondo un sondaggio globale promosso da Gsk in occasione della Shingles Awareness Week, molti adulti sopra i 50 anni non conoscono a fondo l’Herpes zoster, noto anche come Fuoco di Sant’Antonio. Dai risultati dell’indagine condotta su 3.500 adulti provenienti da 12 Paesi emerge una mancanza di consapevolezza sui rischi e sull’impatto della malattia, con dati preoccupanti sia in Italia che nel resto del mondo.
Uno su 10 non sa cosa sia l’Herpes zoster.
Quasi 2 su 3 conoscono qualcuno che ne ha sofferto.
Il 12% ha avuto direttamente la malattia.
Il sondaggio mira a sensibilizzare e informare sul Fuoco di Sant’Antonio, affrontando la scarsa conoscenza diffusa tra la popolazione.
L’indagine ha rivelato che molti adulti di età superiore ai 50 anni fraintendono importanti aspetti dell’Herpes zoster, inclusa la sua manifestazione e i fattori di rischio. In Italia, ad esempio, c’è confusione riguardo all’età a rischio e alle modalità di trasmissione del virus.
Il 41% pensa che l’Herpes zoster si manifesti tra i 50 e i 70 anni.
Il 55% ritiene che la malattia sia contagiosa da persona a persona.
Il 58% crede che il virus sia già presente nel corpo.
La mancanza di conoscenza riguardo all’Herpes zoster evidenzia la necessità di informare meglio la popolazione su sintomi, prevenzione e impatto della malattia.
Nonostante la confusione e i miti diffusi, il vaccino contro l’Herpes zoster viene considerato una valida misura preventiva dal 62% degli intervistati. Tuttavia, una percentuale significativa non conosce la disponibilità del vaccino e alcuni credono che la malattia non sia prevenibile.
Il 76% ritiene che il vaccino sia il modo migliore per prevenire l’Herpes zoster.
Solo l’11% pensa di essere a basso rischio grazie alla vaccinazione.
Il 39% crede che non sia possibile sviluppare nuovamente l’Herpes zoster dopo averlo avuto.
La campagna di sensibilizzazione sull’Herpes zoster mira a informare sulle modalità di prevenzione, inclusa la vaccinazione, per ridurre l’incidenza della malattia e migliorare la salute della popolazione adulta.
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