Il calo delle prenotazioni nei ristoranti di Roma: un paradosso nel boom turistico - Occhioche.it
L’Italia, e in particolare Roma, ha assistito durante l’estate 2023 a un aumento significativo del turismo. Tuttavia, i dati provenienti dal settore della ristorazione raccontano una storia diversa, con un calo delle prenotazioni nei ristoranti romani, specialmente in quelli situati sul litorale. Questa situazione mette in evidenza una contraddizione tra l’afflusso turistico e la performance economica delle attività di ristorazione.
I dati raccolti dall’osservatorio della Fiepet Confesercenti di Roma e Lazio rivelano un fenomeno preoccupante: mentre gli arrivi turistici nella capitale sono aumentati del 5% e le presenze nelle strutture ricettive hanno visto un incremento del 4%, il settore della ristorazione ha registrato un calo significativo nelle prenotazioni. Ad agosto 2023, le prenotazioni nei ristoranti romani sono diminuite del 12% rispetto allo stesso mese dell’anno precedente. Claudio Pica, presidente di Fiepet-Confesercenti di Roma e Lazio, sottolinea le difficoltà specifiche riscontrate nel centro storico, evidenziando un contesto di crisi che non sembra allinearsi con l’andamento positivo del turismo.
Durante il periodo di Ferragosto, pur avendo registrato l’85% di prenotazioni per pranzi e cene a fine luglio, i ristoranti della capitale hanno evidenziato una flessione del 14% negli incassi rispetto all’anno passato. Le cause di questo andamento negativo sono molteplici, e Pica le riassume nell’alto tasso di temperature e nella chiusura stagionale di alcuni locali. La situazione di sovraofferta, che si attesta intorno al 50%, ha ulteriormente complicato il panorama per i ristoratori romani, costretti a fare i conti con una domanda in calo nonostante la presenza numerosa di turisti.
L’estate di quest’anno è stata caratterizzata da temperature elevate che hanno avuto un impatto notevole sulle attività di ristorazione. Le alte temperature hanno spinto molti potenziali clienti a ridurre le uscite serali a favore di opzioni più fresche e confortevoli, come i ristoranti di prossimità. Questo ha avuto un impatto diretto sulle entrate delle strutture più centrali e storiche, da sempre attrattive per i turisti.
Inoltre, la chiusura di alcuni locali per ferie ha contribuito a questa flessione. Con una capacità ristorativa ridotta e la scelta di mantenere chiuso durante il mese di agosto da parte di diverse attività, il panorama si è fatto più complesso. Pica mette in luce come queste problematiche, unite alla decrescita delle prenotazioni, pongono interrogativi su come il settore potrà comunque rimanere competitivo e attrattivo per i visitatori futuri.
Nonostante le difficoltà nei ristoranti del centro, la situazione nella periferia di Roma si è rivelata meno allarmante. Qui, il calo delle prenotazioni è stato significativo ma contenuto, assestandosi su un -6%. La differenza di risposta del mercato è dovuta in parte all’operatività di ristoranti di prossimità, che continuano a rispondere a esigenze locali e a fidelizzare i clienti.
Le pizzerie, in particolare, hanno beneficiato di questo trend, risultando le preferite dei romani e dei turisti che si trovano nella capitale. La familiarità con le opzioni di ristorazione vicine ha rappresentato un importante vantaggio competitivo, permettendo a queste attività di resistere rispetto ai ristoranti più centrali. Nonostante il calo complessivo, alcuni ristoratori in periferia stanno registrando risultati ragionevoli, mantenendo il loro flusso di clientela anche durante i mesi più caldi.
Il litorale romano, e in particolare la località di Ostia, ha visto una riduzione ancora più marcata, con un calo degli incassi intorno al 16% rispetto allo scorso anno. Contrariamente a quanto ci si aspettava, i ristoranti di Ostia non hanno tratto beneficio dall’aumento del turismo, ma hanno incontrato sfide diverse, come il caldo eccezionale e una carenza di eventi serali che tipicamente richiamano clienti.
Questa mancanza di eventi ha messo in difficoltà non soltanto gli imprenditori di Ostia, ma ha anche portato a una diminuzione complessiva delle prenotazioni sul litorale laziale, registrando un -6%. Il risultato è un calo medio stimato attorno al 12%, un dato che colpisce non solo la ristorazione ma anche la filiera collegata, inclusa la produzione e distribuzione di materie prime, con un probabile impatto negativo anche sui livelli occupazionali del settore. Le conseguenze di questa situazione richiederanno probabilmente un’attenta analisi da parte degli operatori per individuare strategie di recupero e rilancio.
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