Il centrodestra al lavoro per candidare Fitto nella nuova Commissione Europea di von der Leyen

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Il centrodestra al lavoro per candidare Fitto nella nuova Commissione Europea di von der Leyen - Occhioche.it

Ultimo aggiornamento il 27 Agosto 2024 by Giordana Bellante

Entro la fine di agosto, il centrodestra italiano deve decidere il candidato da proporre per un’importante carica nella nuova Commissione Europea, nuovamente presieduta da Ursula von der Leyen. La situazione si complica anche per la necessità di rispettare la parità di genere, in un contesto dove molti paesi stanno presentando principalmente uomini. La scadenza per la scelta è fissata al 31 agosto, e all’orizzonte si profilano importanti discussioni politiche.

La corsa del centrodestra per il candidato commissario

Il countdown è iniziato per il centrodestra italiano, che deve selezionare il proprio candidato per un posto di rilievo nella rinnovata Commissione Europea. Con la scadenza fissata per il 31 agosto, il nome che al momento figura tra i favoriti è quello di Raffaele Fitto, attuale ministro per le Politiche europee, nonché esponente di FRATELLI D’ITALIA. La decisione finale potrebbe essere discussa in un Consiglio dei Ministri programmato per il 28 agosto o durante un incontro tra i leader della coalizione — Giorgia Meloni, Matteo Salvini e Antonio Tajani — previsto per il 30 agosto. La comunicazione ufficiale del nome scelto dovrà raggiungere la presidente von der Leyen entro il termine stabilito.

Nonostante il Ministero degli Affari Europei sia un settore strategico per l’Italia, il nodo cruciale resta la gestione della rappresentanza di genere: solo una frazione dei candidati proposti dai vari Stati membri presenta donne, contrariamente alle indicazioni della presidente von der Leyen, che aveva richiesto un’equa distribuzione dei sessi tra i nominativi. Questo fa sì che la nomination di Fitto, se confermata, possa ulteriormente inasprire la già critica situazione attuale. Questa problematica potrebbe sfociare in tensioni con il Parlamento europeo, dove gli equilibri di genere sono sempre più sotto la lente d’ingrandimento.

La questione dell’equilibrio di genere nella selezione

Il tema dell’equilibrio di genere emerge prepotentemente nell’attuale fase di selezione dei commissari, poiché la maggior parte delle proposte avanzate dai 27 paesi membri è prevalentemente maschile. Ben 16 nomi sono esclusivamente maschili, mentre solo alcuni Stati come CROAZIA e FINLANDIA hanno presentato candidature femminili, in linea con le attese di von der Leyen. L’ex ministro di Stato della Croazia, Dubravka Šuica, è una delle poche donne attualmente nominate, insieme ad altre candidate da paesi che hanno visto le loro donne emergere dall’ombra.

La decisione di continuare con una Commissione europea con un numero inferiore di donne attive rispetto all’attuale consiglio contrasta fortemente con le previsioni iniziali di von der Leyen, mirate a garantire una rappresentanza equa. Questa incoerenza potrebbe generare disagi e contenziosi con il Parlamento europeo, contribuendo a un clima di maggiore conflitto su un tema così delicato e spesso dibattuto. L’acuirsi di queste dinamiche non è solo una questione di numeri, ma tocca la riflessione più ampia sulla rappresentanza di genere all’interno delle istituzioni europee, che continuano a lottare per un futuro più inclusivo.

L’atmosfera di incertezza tra i paesi della UE

Mentre la scadenza per la selezione dei candidati si avvicina, alcuni paesi membri della UE, tra cui ITALIA, BELGIO, BULGARIA, DANIMARCA, LUSSEMBURGO, PORTOGALLO e ROMANIA, non hanno ancora reso nota la propria proposta. Negli scorsi giorni, gli altri Stati hanno presentato le loro nominations, accaparrandosi visibilità e posizioni influenti. Austriaci e Francesi, ad esempio, hanno già fatto il loro passo, portando avanti figure di spicco come Magnus Brunner e Thierry Breton.

Dai più recenti aggiornamenti, emerge che l’incontro di bilaterale tra von der Leyen e gli aspiranti commissari dovrebbe cominciare immediatamente dopo la chiusura delle candidature. Solo allora si concretizzerà il panorama finale della Commissione, dato che i tentativi di equilibrata distribuzione tra i ministri e le vicepresidenze conflateranno i discussi geopolitici tra i vari paesi dell’Unione. La Commissione attuale si chiuderà così in una nuova configurazione che potrebbe stravolgere le dinamiche, portando a una fase di audizioni a Strasburgo facilmente prevista per la fine di settembre.

L’assegnazione degli incarichi e delle deleghe

Recentemente, l’attenzione si è spostata anche sull’assegnazione dei diversi dicasteri e deleghe, che ha sempre rappresentato un intricato enigma per i leader europei. Mentre i grandi paesi si contendono le posizioni di prestigio, le spinte e le pressioni per ottenere le vicepresidenze esecutive aumentano. Questo ricco mosaico di trattative richiede diplomazia e strategie politiche che tengano in considerazione non solo le aspirazioni nazionali, ma anche le complesse dinamiche interni agli equilibri dell’Unione Europea.

Entro la fine del mese di settembre, l’intento è di completare tutte le assegnazioni, per essere pronti per avviare l’iter delle audizioni in programma a Strasburgo. Nel panorama attuale, ogni singola mossa ha il potenziale di influenzare il futuro dell’Unione e le politiche adottate in seno alla Commissione. La lotta per la distribuzione dei ministeri, una vera e propria competizione dove il calcolo strategico sovrasta la semplice appartenenza politica, rimane un capitolo aperto che richiederà attenzione e abilità.

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