Ultimo aggiornamento il 10 Agosto 2024 by Luisa Pizzardi
L’area verde del Pratone di Torre Spaccata a Roma ha subito un significativo ampliamento delle sue tutele archeologiche con l’inclusione di tre nuove aree vincolate. Questa decisione, annunciata dal Ministero della Cultura, aumenta a quattro il numero delle zone protette nel comprensorio, che si estende per circa 60 ettari e di proprietà della Cassa Depositi e Prestiti. Le nuove aree protette ospitano tre storiche ville romane, arricchendo ulteriormente il patrimonio culturale della Capitale.
Le ville romane rinvenute nel Pratone
Villa di via Sommariva
La Villa di via Sommariva rappresenta un’importante testimonianza del passato romano, emersa grazie a scavi condotti negli anni Ottanta e Novanta. Situata nel cuore del pianoro, questa villa presenta un ampio complesso che ha evidenziato non solo la presenza di strutture residenziali, ma anche di un’importante area produttiva. Nonostante i danni subiti a causa dell’estrazione di pozzolana, i resti ritrovati includono murature e pavimenti a mosaico risalenti al tardo periodo repubblicano, che offrono una visione unica della vita domestica e commerciale dell’epoca.
Villa del Casale
Un altro ritrovamento significativo è rappresentato dalla Villa del Casale, la cui scoperta è documentata nella “Carta dell’Agro”. Risalente al III-II secolo a.C., la villa presenta un’imponente pianta rettangolare ed è caratterizzata da resti di una cisterna e di una vasca. Questo sito è stato successivamente arricchito durante il periodo augusteo con l’aggiunta di mosaici, evidenziando l’evoluzione architettonica e decorativa delle residenze romane. La Villa del Casale è ora considerata un importante esempio di architettura romana, testimoniando i cambiamenti e gli sviluppi stilistici dell’epoca.
Villa Lizzani
Infine, la Villa Lizzani, situata nell’area nord-ovest del Pratone, è già stata oggetto di studio dagli anni Venti. I ritrovamenti archeologici suggeriscono la presenza di un settore produttivo facente parte di un complesso più ampio. Le scoperte qui effettuate sono cruciali per comprendere l’organizzazione quotidiana e la vita nel suburbio romano, offrendo ulteriori spunti sulla multifunzionalità degli spazi abitativi e produttivi dell’epoca.
La proposta di un parco delle ville romane
In risposta alle nuove scoperte e alle recenti decisioni di vincolo, il Comitato di Torre Spaccata ha raccolto oltre 11.000 firme per trasformare il Pratone in un “Parco delle Ville Romane”. La richiesta, attualmente in attesa di attenzione da parte del Campidoglio, ha l’obiettivo di proteggere e valorizzare l’area verde, opponendosi a qualunque piano urbanistico previsto dal Piano Regolatore Generale del 2008. Il progetto è essenziale per garantire la salvaguardia dell’area, che ha un’importanza storica non trascurabile e un potenziale notevole per la fruizione pubblica.
Le richieste degli attivisti al Ministero e al Comune
L’impegno del comitato si concentra ora sull’ottenimento di una variante urbanistica che renda il Pratone un’area non edificabile. Gli attivisti stanno facendo pressioni anche sul Ministero della Cultura affinché estenda il vincolo paesaggistico Ad Duas Lauros. Questo provvedimento sarebbe fondamentale per garantire un legame storico e ambientale con altre aree protette, come i mausolei di Sant’Elena e Tor de’ Schiavi, nonché le ville imperiali dei Gordiani e di Costantino e il Parco di Centocelle.
Il recente ampliamento delle zone protette del Pratone di Torre Spaccata segna una vittoria significativa nella tutela del patrimonio archeologico romano e nella salvaguardia dell’identità storica della città, ponendo le basi per un futuro che possa unire storia e natura in un contesto fruibile per i cittadini.