Ultimo aggiornamento il 9 Settembre 2024 by Giordana Bellante
L’urbanistica di Roma continua a suscitare dibattiti accesi, soprattutto quando si parla di progetti controverse come quello di Casal Grottoni, situato tra le zone di Decima e Torrino. Le tensioni si riaccendono periodicamente, con i palazzinari che non smettono mai di presentare nuovi piani per cementificare aree già densamente popolate. In questo scenario, le polemiche continuano a infiammarsi, coinvolgendo istituzioni e cittadini in un confronto diretto con un futuro urbanistico che appare incerto.
La storia del progetto di Casal Grottoni: tra battaglie e tentativi di costruzione
Un piano che resiste nel tempo
Il progetto di edificazione di Casal Grottoni, che affonda le radici in quasi due decenni di contestazioni, è nuovamente al centro dell’attenzione. L’area in questione, attualmente occupata dalla multinazionale Accenture e in passato dall’IBM, è destinata a ospitare una nuova ondata di costruzioni, con un’estensione prevista di circa 60.000 metri quadri. Di questi, la maggior parte sarà adibita a spazi commerciali, con una ridotta parte dedicata all’edilizia residenziale. Questo intervento fa parte di una strategia di compensazione, permettendo agli sviluppatori di realizzare edifici in un’altra parte della città, precisamente nel comprensorio “Vicolo Clementi“.
Fin dal 2009, l’amministrazione del XII municipio ha cercato di ridimensionare i piani originali, ponendo l’accento sulla sovrabbondanza di spazi commerciali in un contesto già saturo di attività economiche. Da quel momento in poi, il quartiere è stato teatro di iniziative come raccolte di firme, incontri pubblici e commissioni, ma il progetto non ha mai realmente preso avvio. Il piano per via della Grande Muraglia, al contrario, è riuscito a decollare, portando a oggi a una situazione complessa in merito a nuovi sviluppi.
L’ultima richiesta di intervento
Recentemente, l’attenzione si è riaccesa grazie a una lettera indirizzata all’assessore all’urbanistica Maurizio Veloccia da parte del IX municipio, firmata dall’assessore Manuel Gagliardi e dalla presidente Titti Di Salvo. La comunicazione, datata 3 settembre, sottolinea come dal 2013 gli operatori edili abbiano provato a modificare la destinazione d’uso dell’area, passando da non residenziale a residenziale, senza mai ottenere il consenso della municipalità. L’allerta lanciata dal Partito Democratico locale riguarda in particolare il timore che un intervento di tale portata si inserisca in un contesto già pesantemente cementificato e poco adatto a tali progetti.
I rischi del progetto: urbanistica e traffico
Un’area da salvaguardare
Nei documenti ufficiali si stima un impatto volumetrico di circa 180.000 metri cubi di cemento da posizionare in un’area densamente abitata tra il Raccordo e la via Ostiense. Gli assessori Gagliardi e Di Salvo avvertono delle problematiche relative alla topografia del sito, che presenta altezze variabili e richiederebbe la costruzione di sei torri alte fino a 16 piani. Tale progettualità solleva interrogativi su chi potrà realmente godere di una vista accettabile, data l’altezza delle costruzioni previste e la densità dell’area.
In aggiunta, i canali di accesso al progetto presentano criticità significative, con strade già affollate come piazza Cina, via Cina e via della Grande Muraglia, che rischiano ulteriormente di congestionarsi. L’aumento del traffico veicolare è uno dei temi caldi sollevati dagli amministratori locali e dai residenti.
La voce del comitato di quartiere
Non manca, infine, la voce del comitato di quartiere Torrino-Decima, che riprende le istanze di circa vent’anni fa, esprimendo un netto no alla cementificazione del territorio. Il presidente Pino Genesio ha manifestato le preoccupazioni della comunità locale, sperando di vedere archiviati progetti giudicati insostenibili per l’urbanistica e l’ambiente. Tuttavia, la comunità è lieta di notare che il municipio supporta il loro punto di vista.
Genesio non risparmia critiche nei confronti del Campidoglio, accusato di ignorare le richieste dei residenti. In particolare, il comitato ha messo in discussione le strategie di compensazione edilizia, suggerendo una maggiore attenzione alla rigenerazione di aree già degradate, come la Città del Rugby.
L’importanza della mobilità: fermate e infrastrutture
Un progetto incompleto per la fermata della Roma-Lido
Tra le promesse del progetto di Casal Grottoni vi era anche la realizzazione di una nuova fermata della Roma-Lido, destinata a diventare un punto di scambio per la metro B, completata da un parcheggio di scambio per facilitare i trasporti nel quartiere. Purtroppo, questa condizione non è più contemplata nel piano attuale, generando ulteriore confusione e opposizione tra i residenti. Genesio mette in luce questa mancanza, sottolineando come l’approvazione di tale progetto senza adeguate garanzie infrastrutturali sia inaccettabile.
La carenza di piani alternativi e lo sviluppo di nuove costruzioni in aree inadeguate rappresentano ora una seria sfida per l’amministrazione. La richiesta da parte della comunità locale è chiara: no alla costruzione indiscriminata e sì a interventi di rigenerazione urbana in grado di rispondere alle reali esigenze dei cittadini.
La saga di Casal Grottoni, quindi, continua a essere un argomento di forte attualità, con gli occhi puntati sulle prossime mosse politiche e urbanistiche da parte del Comune di Roma.